Molte le voci su un’eventuale apertura di Starbucks a Roma. Ora però abbiamo una data certa, 11 maggio in via della Guglia 56 a Roma. Molti sono coloro che attendevano l’apertura di questo locale a Roma dopo aver assaggiato i suoi prodotti in vacanza nei punti vendita sparsi per tutto il mondo. Così come ha fatto con lo Starbucks Reserve Roastery di Milano anche a Roma quest’apertura probabilmente porterà consapevolezza e cultura sul mondo del caffè dove spesso manca la qualità di questa bevanda, fatta eccezione per pochi indirizzi.
Molte le proposte ideate per far breccia nei cuori degli italiani, non quindi i classici bicchieroni con panna e sciroppo che fuoriescono. Qui a Roma ci sarà il caffè con olio extravergine. L’idea nasce da uno studio della tradizione italiana dove in molti paesi l’olio si mangia la mattina. Molte le seguenti aperture in Italia tra le quali una a Roma Termini, una a Genova poco dopo l’apertura romana. Il nuovo locale romano è a due passi dalla Camera dei Deputati, quindi in un luogo centrale e molto frequentato. Non rimane che attendere la data dell’inaugurazione per saperne di più.
Il primo Starbucks è stato aperto in Italia nel 2018 a palazzo Broggi a Milano, una sede molto grande con particolare focus sul mondo del caffè. Ma perché questa difficoltà, per un colosso del genere, ad aprire negozi in Italia? “Agli italiani non piacciono le tazze di plastica, poiché essi non considerano neanche la possibilità di prendere il caffè fuori dal bar, bevendoselo mentre camminano o guidano” ha affermato Howard Schultz, presidente e AD della società.
La catena nasce a Seattle nel 1971, con l’obiettivo principale di offrire al cliente una vera e propria esperienza, da li è riuscita a diventare la più grande del mondo nel suo genere con 28,720 punti vendita in 78 paesi. Con il passare degli anni oltre al classico locale è nata l’idea della “Roastery” che per la prima volta apre nel 2013 a Seattle. Piccola curiosità, il nome del locale è stato preso dal nome del primo ufficiale del romanzo Moby Dick, anche perché si pensava che le parole che iniziano con “st” conferiscono più enfasi al nome. Nel loro primo negozio non vendevano il caffè come si fa oggi nei punti vendiya ma solo i chicchi di caffè interi.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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