275 metri quadri di terrazza e un menù firmato Gennaro Esposito: la cena definitiva a Capri è quella rooftop con vista sui faraglioni e la celebre Piazzetta

Marianna Di Pilla  | 17 Giu 2025
[foto copertina da account Instagram @biancarooftopcapri]

È un proscenio sospeso tra il cielo e i celeberrimi faraglioni dell’isola, con vista sulla iconica Piazzetta di Capri. C’è un momento, salendo in ascensore all’ultimo piano dell’Hotel La Palma, in cui si scorge – attraverso le porte ancora socchiuse – l’azzurro verticale del Tirreno. È il preludio all’ingresso in Bianca Rooftop Carne & Crudo, terrazza gourmet che domina via Vittorio Emanuele 39.

Restaurato da Francis Sultana e riaperto nel 2023 insieme all’intero albergo – primo “Masterpiece Hotel” italiano della Oetker Collection – lo spazio unisce la Capri ottocentesca dei Grand Tour a una visione cosmopolita fatta di rattan, pergole intrecciate e lampade a canna di bambù. Qui, tra bouganville e dj-set serali, si celebra una delle interpretazioni più audaci del binomio griglia & crudi del Mediterraneo.

Capri era (e resta) territorio di ristoranti iconici come Da Paolino o Aurora; Bianca porta un respiro diverso: notturno, internazionale, vibrante. Si rivolge a chi ama il sound design – curated playlist by DJ Rob Roar – e un servizio che unisce hotellerie di lusso e spontaneità campana.

Chef e brigata: tra Vico Equense e Capri

 

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L’idea nasce dalla volontà del gruppo tedesco di affiancare al ristorante “di firma” Gennaro’s un format serale più libero, dall’anima festaiola. Così, sotto la direzione gastronomica del due stelle Michelin Gennaro Esposito, prende vita Bianca, definita dagli stessi proprietari «la steakhouse e raw-bar più glamour dell’isola». L’obiettivo? Portare in quota il rito ancestrale del fuoco – la brace Josper spinta oltre i 400 °C – e il respiro iodato di ostriche, tartare e carpacci che raccontano il mare di fronte.

Se Gennaro Esposito firma la filosofia, il pass quotidiano è affidato all’executive chef Giovanni Bavuso – classe ’87, origini salernitane, lunga esperienza fra Eden-Roc St Barths e Le Bristol Paris – che guida una brigata di venti under-35. Il suo compito è doppio: mantenere l’impronta campana di Esposito (limoni sfusati, pomodorini del Piennolo, colatura di Cetara) e gestire un menu carnivoro di tagli internazionali – Chianina, Marchigiana, Wagyu A5 – con cotture millimetriche al carbone di quercia.

Il concept “Carne & Crudo”

 

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«Crudo o Cotto?» chiede ironicamente il menu d’esordio, proposto ogni sera dalle 18:30 all’1:00. Si parte dal banco ghiacciato, dove brilla:

  • Carpaccio di spigola con pistacchio e limone di Sorrento

  • Tonno marinato, avocado, ponzu e caviale

  • Cocktail di gamberi con salsa rosa, arancia e lattughino baby

Poi la brace: costata e fiorentina di Chianina, tomahawk Marchigiana del Sannio, cuberoll Wagyu A5 o rib-eye USDA da condividere (fino a 1,3 kg). Ogni taglio arriva con il celebrato “sauce ritual” al tavolo – béarnaise, chimichurri, salsa sweet-onion – che il maître versa da piccole cocotte in rame.

Non manca il guilty pleasure: “The B.B.”, 250 g di Wagyu, caciocavallo podolico, cipolla caramellata e patate al tartufo, già diventato oggetto d’Instagram mania tra i millennials isolani.

Se la sezione carne richiama corposità, la carta dei vini orchestrata dal sommelier Marco Giannattasio (400 etichette) gioca su due registri:

  1. Rossi verticali: Brunello 2019 Poggio di Sotto, Taurasi Riserva “Radici” 2016, ma anche Syrah siciliani serviti leggermente freschi per sfidare il clima estivo.

  2. Bianchi marini: Greco “Vigna Cicogna” di Benito Ferrara, Fiano Pietraincatenata, Vermentino di Gallura DOCG.

Il cocktail bar, invece, rende omaggio ai miti isolani: “Bella Carmelina” (gin al bergamotto, limone, cedro candito), “Gemma” (tequila reposado, hibiscus, sale blu di Persia) e “Neruda” (rum invecchiato, chinotto, cacao).

Il prezzo medio si assesta sui 120 € (antipasto, carne, contorno, dolce; acqua e coperto inclusi); l’esperienza lounge con drink e tapas parte da 35 € a persona.

Design e atmosfera: 275 mq di bellezza sottile

 

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La terrazza principale – 275 m², 120 coperti – è un labirinto di tavoli ottagonali in marmo, poltroncine mid-century color salvia e lanterne pendenti che ondeggiano al Maestrale. Accanto, il Bianca Lounge (155 m², 50 posti) accende i riflettori sul bancone ottagonale rivestito in ceramica “azul Bahia”, ideale per un Negroni al Vermouth Oscuro o un Capri Spritz al fico d’india. A far da quinta scenica, lo skyline con la cupola di Santo Stefano e il contorno nero dei Faraglioni al tramonto.

Dress code? Island chic: lino leggero, sandali di cuoio, niente stan smith. E un dettaglio importante: accesso consigliato dai 12 anni in su, per preservare l’allure da supper-club d’alta quota.

Ogni sera, al calar del sole, il team spegne le luci centrali: un minuto di buio, il rintocco di campana, poi il flambé delle lanterne allo stoppino. È il segnale che la cucina ha avviato la sezione “Nelle Fiamme”: tagli stesi al Josper, pesci interi – ricciole, pezzogne, mazzancolle reali – e “Caciocavallo arrosto al tartufo e peperone crusco” che fa impazzire i vegetariani hedonist. Il servizio scivola preciso: media di 8 minuti tra antipasto e piatto di brace, dessert trolley finale firmato dalla pastry-chef Mary con decadente Rooftop Sundae personalizzabile al tavolo.

Perché vale il viaggio? Per la vista mozzafiato sui tetti di Capri illuminati da lanterne; per il mix irresistibile di crudi marini e frollature carnivore; per il servizio firmato Oetker che coccola senza irrigidire. Ma, soprattutto, perché Bianca incarna quell’idea di “dolce vita rinnovata” che anima la rinascita dell’isola: si cena tra il profumo di gelsomino e la carezza salata del vento, con un bicchiere di Falanghina ghiacciata che riflette l’ultimo lampo rosa sul costone dei Faraglioni.

Uscendo, la musica sfuma, l’ascensore vi riporta alla Piazzetta e vi accorgerete che – a tanta bellezza – non servono filtri Instagram: l’esperienza è già fotografia indelebile, scattata dal palato alla memoria.

[foto copertina da account Instagram @biancarooftopcapri]

Marianna Di Pilla
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