3 borghi da visitare in Abruzzo a settembre

Marianna Di Pilla  | 21 Set 2025
Borghi da visitare in Abruzzo a settembre

In Abruzzo l’autunno è una carezza lenta: i faggi cambiano pelle, l’aria profuma di legna e di mosto, i borghi si stringono, più silenziosi e intensi. Qui la stagione non è un colore unico, è un mosaico: il blu a cuore del Lago di Scanno, il miele dorato dello zafferano sull’altopiano di Navelli, il mattone della fortezza di Civitella che affiora tra le colline teramane. Ecco allora 3 paesi che, tra settembre e novembre, raccontano il carattere dell’Abruzzo meglio di tante parole: Scanno, Santo Stefano di Sessanio e Civitella del Tronto.

Scanno: foliage, riflessi a cuore e il dolce degli orsi


Scenic sight in Scanno, province of L’Aquila, Abruzzo, central Italy.
Scanno è un abbraccio di pietra e legno a quota 1.050 metri, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e fa parte dei Borghi più belli d’Italia: basta alzare lo sguardo in piazza Santa Maria della Valle per capirne il motivo. Appena fuori dal paese, il Lago di Scanno appare a forma di cuore dalla terrazza naturale raggiunta con il Sentiero del Cuore: è un percorso breve e segnato, perfetto per assaggiare l’autunno quando la riva si accende di gialli e arancioni. Scanno in autunno è soprattutto gusto. Le pasticcerie profumano di Pan dell’Orso, un dolce soffice di mandorle e miele, ricoperto di cioccolato, nato in queste valli e legato al lessico della transumanza. In bottega si trova accanto ai mostaccioli e a biscotti rustici da zaino. Non c’è autunno di montagna senza formaggi: le aziende casearie del territorio raccontano una pastorizia tenace, latti biologici e pecorini a latte crudo (anche il famoso Gregoriano). Tagliatene una lamella su pane abruzzese e chiudete con una cucchiaiata di miele di montagna: è la cartolina commestibile del Parco. Se volete “un primo” di radici, cercate i cazzillitti con gli orapi (spinaci selvatici): è un piatto povero, fortissimo di territorio, che in autunno profuma di raccolti tardivi e credenze.

Santo Stefano di Sessanio: pietra, zafferano e lenticchie d’alta quota

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Dormire in un albergo diffuso qui non è una moda, è una lezione: vent’anni fa un progetto pionieristico di recupero conservativo riportò vita nelle case abbandonate del borgo, facendo scuola nel turismo “lento” e rispettoso. Il risultato è un tessuto coerente e abitato, dove ogni pietra ha una storia e ogni portalino un odore di legna. Santo Stefano di Sessanio somiglia a una fotografia color seppia: case in calcare bianco, tetti in coppi, archi dove corre il vento, un profilo medievale tutelato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e incluso nei Borghi più belli d’Italia. L’altopiano di Campo Imperatore è dietro l’angolo: in autunno dorme già d’inverno, ma, nelle giornate terse, la luce è finissima, da grandi tele fotografiche. È una terra d’altitudine che ha salvato semi e gesti antichi. La Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio è un Presidio Slow Food: minuscola, scura, tenace; cresce attorno ai 1.200 metri e non ha bisogno di ammollo, perfetta per zuppe e umidi. Ogni anno, a inizio settembre, il borgo la celebra con la Sagra della Lenticchia, una festa ormai storica che apre l’autunno dell’altopiano. Sui banchi dei mercati contadini troverete anche la Patata Turchesa, con buccia viola e polpa candida: un’altra varietà di montagna tutelata da Slow Food e raccontata dagli enti del Parco, perfetta nelle minestre, arrostita nel camino, schiacciata con olio nuovo. E, se amate i profumi, l’autunno coincide con la raccolta dello Zafferano dell’Aquila DOP (fine ottobre/inizio novembre) sull’altopiano di Navelli, a mezz’ora d’auto: un disciplinare certifica origine e lavorazioni, e molte aziende aprono le porte per visite e degustazioni.

Civitella del Tronto: una fortezza sul crinale e il rosso delle Colline Teramane

Civitella del Tronto
Civitella del Tronto
All’estremo nord dell’Abruzzo, Civitella del Tronto si arrampica su uno sperone di travertino, a 589 metri, tra la Val Vibrata e le gole del Salinello. Fa parte dei Borghi più belli d’Italia e vive all’ombra di una fortezza spagnola che per estensione è un unicum in Italia: circa 500 metri di lunghezza su 25.000 m² di superficie, in posizione panoramica attorno ai 600 metri di altezza. Un monumento vivo — musei, camminamenti, cisterne — e un simbolo: fu l’ultimo baluardo borbonico a cadere nel 1861. Nel borgo, chiedete della Ruetta: una viuzza larga circa 40 cm nel suo punto più stretto, segnalata anche dai canali turistici regionali come la via più stretta d’Italia. Che il “record” sia conteso poco conta: passarci è un gesto che racconta bene la difesa di un tempo e l’ironia di oggi. Subito dopo, la passeggiata panoramica restituisce l’intero repertorio teramano: Gran Sasso, colline, Adriatico lontano.
Autunno qui significa vino e cucina di casa. Siamo nella denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG: il Consorzio ne pubblica il disciplinare e difende una identità precisa, fatta di esposizioni ventilate e forti escursioni termiche tra montagna e mare. A tavola, dense giornate di vendemmia si legano a due ricette-simbolo: i maccheroni alla chitarra con le “pallottine” — minuscole polpettine in sugo rosso — e il timballo alla teramana, un sontuoso “millefoglie” di scrippelle (crêpe sottili) con pallottine, verdure e formaggi. Piatti di festa, perfetti con i rossi del territorio.

Quando andare e info utili

Quando andare: fine settembre–inizio novembre è il climax: castagneti in fiamme, raccolte in corso, sentieri vivi. A quota 1.200–1.500 metri l’aria punge presto: pile leggere, impermeabile e scarpe con suola.
Eventi utili per i golosi: Sagra della Lenticchia a Santo Stefano (primi di settembre) e, nel mese di novembre, rassegne gastronomiche a Scanno come “Deguscanno”. Verificate sempre le date: cambiano ogni anno.
Due souvenir che parlano d’autunno: Zafferano dell’Aquila DOP in fili (non polveri anonime) e pecorini a latte crudo dell’area di Scanno. Portateli in valigia come si portano a casa una luce e un profumo.
[foto copertina @ValerioMei/Shutterstock.com/solo uso editoriale]

Marianna Di Pilla
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