Chi è che non conosce l‘amatriciana? Chi riuscirebbe a dire di no davanti a un piatto di pasta condito con questo saporitissimo sugo. Pochi ingredienti ma di qualità creano un sugo irresistibile, piccante e con una sapidità che sveglia le nostre papille gustative. Tutto parte da un buon guanciale ovviamente, poi la salsa di pomodoro che porta il tocco di acidità e per finire il piatto una generosa pioggia di pecorino. Ma se volessimo mangiare un’amatriciana degna di questo nome, quali sono i ristoranti a Roma dove possiamo gustarla?
Su quest’antica ricetta tanti hanno avanzato il loro parere e fornito la loro autorevole versione, ma quella del Decreto Comunale di Amatrice (depositata nel 2014) è ben chiara. L’Amatriciana nasce come piatto semplice ma nutriente, gli ingredienti sono pochi ma buoni, Il guanciale (l’attore principale di questa commedia mangereccia), il pecorino e per l’aggiunta della salsa di pomodoro bisogna aspettare fino alla fine del diciottesimo secolo. La mamma dell’Amatriciana è infatti la Gricia e sua sorella è la Carbonara.
Amatriciana particolare quella della chef Sarah Cicolini che sfuma il guanciale, tagliato a listarelle e ben rosolato, con l’aceto di vino rosso prima di aggiungere i pomodori pelati precedentemente frullati. Non bucatini ma rigatoni, questo il formato di pasta scelto. Il locale si chiama Santo Palato ed è una trattoria contemporanea, nel menu troviamo tutti i piatti tipici della cucina romana a partire dalla carbonara: uno dei piatti forti della chef.
Due i fratelli alla guida di questa trattoria in zona Garbarella, Manuel e Nicolò. Qui l’amatriciana si fa con la pasta lunga, i bucatini, rigorosamente al dente. C’è un ingrediente che fa impazzire i puristi di questa ricetta: la cipolla. In questa versione i pomodori pelati sono schiacciati a mano e non frullati. Il nome di quest’indirizzo è un’abbreviazione del cognome dei fratelli Treccastelli.
Storico ristorante che da largo spazio alla tradizione. Il sugo, pelati in inverno e pomodori freschi durante la stagione, si fa bollire per almeno tre ore con un guanciale molto ricco che rilascia tutto il suo sapore durante la cottura. Il formato di moda negli anni ’50 erano gli spaghetti ma oggi Da Cesare l’amatriciana si mangia con i rigatoni, a scelta con spaghetti ma anche gnocchi, insomma la scelta rimane al commensale.
Trastevere è uno dei punti d’interesse per i turisti che vengono in visita a Roma, non sono pochi quelli che si fermano a mangiare da Enzo al 29, ristorante che non accetta prenotazioni e per questo spesso potete vedere la fila fuori al locale. Qui potete assaggiare piatti della cucina romana come il carciofo alla giudia e, ovviamente, l’amatriciana. La pasta scelta è il rigatone condito con guanciale tagliato grossolanamente e i pelati come salsa e per finire una generosa dose di pecorino.
Dietro questo ristorante che propone i piatti storici di Roma, c’è la mano Stefano Callegari, vi dice nulla questo nome? Colui che ha inventato il Trapizzino. Tanti i piatti da assaggiare qui come le particolari fettuccine al tortellino, condite appunto con il ripieno classico dei tortellini. Ma veniamo a noi. L’amatriciana qui si prepara con lo spaghettone e una salsa di pomodori campani. Il ristorante è inserito nella guida Michelin tra i Big Gourmand
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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