Montefalco, oltre ad essere uno dei Borghi più belli d’Italia, è anche il nome di un vino, rosso, elegante e da invecchiamento. Chi meglio di un produttore può raccontare in modo dettagliato e preciso un vino? Mattia Casini è la giovane mente dietro una realtà del territorio consolidata, Tenute Baldo agricola, che vanta vari premi e riconoscimenti per i suoi vini DOC e DOCG. Un’azienda legata profondamente al territorio, con i suoi 60 ettari di vigneto, dove metodi tradizionali e innovazioni tecnologiche sono legati da un filo comune, il rispetto per l’ambiente.
L’azienda nasce nel 2019, anno in cui ho rilevato l’attività di famiglia costruendo un mio progetto, ovvero un’azienda capace di valorizzare il territorio. Noi produciamo vini tutti atti alla DOGC di Montefalco e una delle due DOGC umbre, poi anche un’altra DOCG umbra, il Torgiano Rosso Riserva, la prima e più antica che risale agli anni ’60, siamo 4 i produttori di Torgiano in Umbria. Le uve dei nostri vini sono tutte di proprietà, abbiamo enologo e agronomo interni all’azienda, avere dei tecnici interni determina un controllo del processo dall’inizio alla fine. Anche loro sono giovani e siamo un team molto affiatato e questo si risente inevitabilmente sui vini.
Non siamo Bio però il nostro focus è l’eco-sostenibilità, usiamo in vigna protocolli simili al Bio come alcune tecniche che prevedono il sovescio con leguminose che, tra i lati benefici, mantengono l’umidità nel terreno. Per questo e per altre accortezze si riesce ad evitare i concimi chimici. Anche nel packaging portiamo avanti un progetto di ecosostenibilità attraverso bottiglie più leggere. Le etichette, ad esempio, sono in fibre di cotone.”
Ci concentriamo soprattutto su preferire vitigni autoctoni come il Grechetto o il Trebbiano. Nelle nostre vigne c’è però spazio anche per una produzione che guarda al resto d’Italia e all’Europa: Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Merlot e infine anche il Sangiovese che è la principale varietà per la denominazione Torgiano.
I vini che ci danno maggiori soddisfazioni sono Montefalco Sagrantino DOCG, Montefalco Rosso riserva DOC e il Montefalco rosso DOC. Partendo dal Montefalco rosso, la nostra etichetta si chiama “Volo del falco” per rievocare la denominazione. Il Montefalco DOC è composto da un blend che per disciplinare prevede una percentuale minima di Sangiovese e si possono utilizzare anche altre bacche rosse internazionali.
Salendo di livello abbiamo il Montefalco Rosso Riserva DOC “Il Remigrante” (un nome che gioca sul ruolo del falco come re dei rapaci), qui la denominazione interviene per l’aumento di tempo di affinamento e per l’affinamento in legno obbligatorio di 12 mesi. Per questo vino noi facciamo fare l’affinamento in legno, in barrique, per 12 mesi almeno. In questo caso il blend è sempre a base a di Sangiovese e aumenta la percentuale di Sagrantino per avere un prodotto più strutturato e longevo.
Chiudiamo con il Montefalco DOCG “Preda del Falco”, utilizziamo un Sagrantino in purezza e una maturazione di 36 mesi, da disciplinare, di cui almeno 12 in legno.
Il disciplinare è stato costruito cosi perché il Sagrantino è ricco di polifenoli. Venti anni fa veniva promosso come il più tannico al mondo, si esaltava la sua struttura e la sua potenza, oggi invece si cerca eleganza e freschezza. Infatti io lo vorrei promuovere come il vino più longevo, non come il più tannico.
Lavoriamo per esaltare la parte del frutto e della freschezza, per questo portiamo avanti da qualche anno la sperimentazione. Preferiamo ad esempio le botti grandi non barrique, perché altrimenti il vino tende a concentrare. La botte grande avendo contatto minore di superficie tende a far evolvere il vino in maniera diversa e cede gli aromi in maniera meno aggressiva del legno.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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