La pizza negli ultimi anni sta vivendo un momento di riscoperta, sta diventando una base lievitata per condimenti sempre più gourmet. Attenzione ai dettagli, a ingredienti di eccellenza e a farine selezionate scrupolosamente, questa la nuova tendenza di una squadra di giovani pizzaioli che in Italia sta dando vita a una rivoluzione fatta a colpi di farina e lievitazioni consapevoli.
Tra i pizzaioli rivoluzionari c’è sicuramente Marco Montuori che, dopo aver scoperto e padroneggiato l’arte della pinsa, ha deciso di creare un suo impasto, studiato al dettaglio e con una doppia pasta madre. Questa pizza fatta di passione, impegno e sacrificio ancor prima che di farina e lievito, è il cuore pulsante della suo nuovo locale: Mia, pizzeria creativa.
“Siamo creativi, c’è scritto fuori sull’insegna, rimaniamo sulla tradizione italiana ma senza esagerare.” queste le parole di Marco durante la serata di presentazione della sua nuova pizzeria, siamo a Roma in Via Collatina 126 D. Qui il giovane pizzaiolo pieno di entusiasmo vuole portare la sua pizza gourmet, “una tonda romana che ha eliminato i difetti spingendosi oltre.”
Nulla è lasciato al caso nel suo nuovo format che risponde ad una parola d’ordine: condivisione. Dimenticate la pizza servita nel piatto davanti a voi, dimenticate i classici gusti e i classici piatti tondi. Qui la pizza si serve al lato del tavolo, su piatti rettangolari stretti e lunghi, già divisa in spicchi pronta per essere condivisa. Un po’ come il sushi. Infatti è dal rigore giapponese, che Marco ha scoperto nel suo ultimo viaggio, che ha attinto per trovare la giusta ispirazione.
Non solo ingredienti di qualità, qui ogni pizza è caratterizzata da un olio diverso, eccellenze nel mondo degli oli DOP e da alberi di olive secolari. Ricerca e attenzione anche al sale, da quello di Cervia al sale Maldon fino a un particolarissimo sale realizzato in Calabria aromatizzato con cipolla di Tropea.
“Tutte queste chicche fanno si che ogni pizza sia una portata particolare. Il salmone rosso, ad esempio, sarà affumicato direttamente in cucina. L’origano viene da Pantelleria.” Così Marco ha creato una rete di piccoli fornitori che consegnano le loro eccellenze gastronomiche pronte ad essere lavorate in cucina.
Si inizia con i fritti, che non vengono serviti su carta assorbente o su un piatto sterile ma abbracciati da una salsa che si abbina alla perfezione. Come nel caso del supplì, semplice al pomodoro e basilico, servito su una crema di mozzarella impreziosita da pepe del Bengala. Oppure con il supplì di cacio e pepe, una cacio e pepe al cubo visto che il supplì racchiude al suo interno un cuore di salsa cacio e pepe ed è accompagnato da una salsa cacio e pepe fredda per creare un gioco di temperature.
Arriviamo finalmente alla pizza, con il suo impasto composto da farina zero, farina di farro integrale e farina di riso. La maturazione è di 48 ore “qui non facciamo la gara delle ore” mi spiega Marco, con un’idratazione al 70% e una doppia pasta madre, una realizzata con farina zero e l’altra con farina di riso. Il riso è utilizzato perché vetrifica in forno creando quell’effetto croccante mentre all’interno dell’impasto aiuta a trattenere acqua. Tutto è studiato al dettaglio per creare una pizza croccante al morso ma allo stesso tempo scioglievole. L’impasto viene steso a mano, il cornicione è basso e non si brucia anche perché come ironizza Montuori “I cornicioni sono una scusa per condire di meno le pizze”.
I gusti seguiranno la stagionalità con un menu che cambierà ogni tre mesi. Un must da provare la Carbonara Giusta contro la Carbonara Sbagliata. Un mix fatto di 4 fette per gusto dove la carbonara giusta è in versione originale con il guanciale mentre quella sbagliata è con pancetta tesa parmigiano Reggiano DOP 84 mesi. Ci saranno poi i grandi classici come la margherita e la marinara che inebria con il profumo di origano e pizze gourmet come quella con le patate, tartufo e sale maldon.
A completare l’offerta una carta dei vini con ottime bolle (Champagne e Franciacorta in primis) e soli vini laziali per rimarcare la scelta di privilegiare il territorio, infine birra artigianale. Il locale aprirà il 21 settembre per il servizio serale e sarà aperto 7 giorni su 7.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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