Un borgo medievale a un’ora e mezza da Roma, conosciuto come borgo fantasma, famoso per le sue ciliegie e l’amore verso di loro. Siamo nel nord del Lazio, in quella Tuscia in provincia di Viterbo, sopra uno speroncino di tufo tra il lago di Bolsena e quello di Alviano. Qui, nella piccola patria di una sagra inusuale, specifica e deliziosa, c’è un borghetto perso nel tempo dove si fa la crostata di ciliegie più grande del mondo.
Siamo quindi tra Orvieto e Orte, in quel puntino di 1300 animelle di nome Celleno, un nome incerto che si basa su due teorie ben distinte. La prima è una referenza storica che centra con gli etruschi, mentre l’altra si basa più semplicemente sulla presenza delle celle sottostanti, cioè le cavità / grottine di tufo. Ma allora, perché Celleno è chiamato borgo fantasma?
Alla fine siamo a Celleno, un borgo dalla sfortuna nera. Perché Celleno è chiamato borgo fantasma? Diciamo che è presto detto. Nel corso del tempo, Celleno ha:
Siamo al livello tale che dopo l’ultima frana del ‘51 è stata praticamente abbandonata portando gli abitanti a trasferirsi, sotto dettame del comune, al nuovo insediamento della borgata di Celleno Nuovo. In maniera forzata, alla vigilia del Natale del ‘51 il presidente Luigi Einaudi forza la popolazione in luogo più sicuro, facendo anche demolire le case del centro storico con la dinamite. Giusto negli anni ‘60 si spostarono anche le funzioni amministrative, in quegli anni bui della storia Italiana, da quello che ormai è l’abitato antico medievale dalle strette vie di tufo rossiccio e le casette senza l’intonaco.
Cosa vedere a Celleno? Principalmente l’Antico Borgo di Celleno, quello sul picco di tufo sopra la valle. Qui si sente la storia del paese e tutta la sua sfortuna. Secondo poi c’è in modo più assoluto Castello Orsini che sta all’inizio di Celleno, prima cosa che noterete, col fossato. Ci potete andare tramite Via del Ponte, una via un po’ scoscesa, superando un ponte coperto.
Vicino alla Piazza del Comune, dove si fanno alcuni eventi, c’è la seicentesca Chiesa di San Carlo, piccola e minuta e col portale di basalto, nata su un’altra chiesa medievale. Dentro ci sono tanti grammofoni. Un’altra opzione è quella della Chiesa di San Rocco, che dentro ha un crocifisso di legno meraviglioso.
Alcuni dei vicoletti, comunque, avranno edifici praticamente irriconoscibili, ma qualcosa lo riconoscerete per forza: il profumo delle ciliegie. Vicino al Lago di Bolsena nasce e cresce la prelibata ciliegia di Celleno su un terreno vulcanico, con più di 6000 piante di ciliegio con 9 varietà su pochi ettari di terreno (a malapena sedici!).
Oltretutto, la crostata di ciliegie più lunga d’Italia è quella di Celleno: ogni anno alla Festa delle Ciliegie le donne del paese fanno crostate su crostate di ciliegie che poi vengono assemblate stile puzzle in piazza. La risultante di questa addizione è la mitica Crostatona, la più grande del mondo, di 20 metri. L’edizione di quest’anno è appena finita, la 37esima edizione: 20 metri, 60 chili di pasta frolla e 60 chili di marmellata. Il tutto, ogni anno, con carri colorati e ristoranti con menù tematici.
A tal proposito, Celleno si conosce pure per la gara di sputo del nocciolo della ciliegia ad uno sputodromo, col record nominale maschile di Mauro Chiavarino e femminile di Ilaria Benucci. Mauro sa sputare il nocciolo di una ciliegia di Celleno fino a 16,04 metri, mentre Ilaria (un’esterna alla prima partecipazione!) è arrivata a 9.31 metri.
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