Tra le colline della Toscana nasce l’aglione toscano, grande ma dal sapore delicato (e a prova di bacio)

Adriano Bocci  | 05 Mar 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti
Aglione toscano della Valdichiana

Quarantasette virgola cinque centimetri di circonferenza.

Ah, e anche 1,245 kg di peso e 17,2 cm di lunghezza: furono queste le misure da record del campione di Riccio, l’aglione toscano che l’Associazione Aglione di Cortona presentò al Guinness World Records nell’anno in cui il mondo si fermò.

Altro che 90, 60 e 90: bianco, grosso e delicatone, l’aglione toscano, meglio conosciuto come Aglione della Valdichiana (o anche aglio elefante) è un peso massimo nel suo lignaggio.

Il signor Holmense degli Allium ampeloprasum, di norma, pesa dai 200 agli 800 grammi, con in media 5 etti a bulbo, 80 grammi a spicchio, ed un sapore delicatissimoa prova di bacio”.

Un gigante buono

Conosciuto affettuosamente come il “gigante buono” delle colline della zona, l’aglione toscano sfoggia una buccia bianca tendente all’avorio che racchiude al suo interno sei bulbilli separati e carnosi in una forma quasi sferica e leggermente schiacciata ai poli, distintiva quanto le sue dimensioni.

Ma è nel sapore che l’aglione mostra il suo vero carattere. Che gusto ha l’aglione? L‘assenza di allina, l’elemento che conferisce all’aglio comune la sua tipica pungenza, lo rende straordinariamente dolce e digeribile.

Ciò lo rende una alternativa pungente all’aglio tradizionale proprio per chi cerca l’aroma e il gusto dell’aglio senza l’intensità che spesso ne scoraggia gli usi di larghe vedute tipici del prodotto al quale siamo abituati (e che tanto amiamo sulla bruschetta).

Come si cucina? Si cucina con dolcezza. L’aglione va tagliato fine e cotto a fuoco molto basso per rilasciare il suo sapore: non bruciatevi ciò che avete pagato.

Giusto un po’ antico

Aglione toscano della Valdichiana
Il great headed garlic, elephant garlic, big tex garlic o tahiti garlic. Sa come farsi notare.

La produzione di questa coltura si tramanda da generazioni, sin dai tempi degli Etruschi, proprio nelle campagne vicino a ciò che ormai conosciamo come Montepulciano ed utilizzano le stesse tecniche di quel periodo. Proprio per questo motivo, il prezzo è tendenzialmente elevato: un kg di aglione toscano va dai 15-16€ fino ai 34€ e passa a cassetta da un chilogrammo.

Con l’industrializzazione degli anni ’60 la coltivazione si è ridotta a poche famiglie. Non a caso, recentemente, è stata fatta richiesta per renderlo un prodotto DOP.

Conosciuto e apprezzatissimo, è uno dei due protagonisti di quella sagra che nasce nel 1969 a Celle sul Rigo, la sagra dei pici,che vengono conditi anche soltanto con l’aglione, la cui diffusione è garantita dai mercati a filiera corta (che per chi non conosce, si intende quei mercati che passano in pochi passaggi il prodotto dal produttore a consumatore).

L’aglione toscano della Valdichiana è presente anche sull’Isola del Giglio perché nel 1544 il pirata Khayr al-Din, detto il Barbarossa, saccheggiò l’isola.

In seguito la famiglia dei Medici ripopolò l’isola con famiglie della Valdichiana, che portarono proprio i bulbilli dell’Aglione.

Perché dovrebbe essere DOP

Aglione della Val Di Chiana in crema
Nel caso vogliate provarlo, a causa della scarsa reperibilità, lo si può ottenere in crema esattamente qui.

Come accennato prima, è stata fatta recente richiesta per renderlo un prodotto DOP. Questo perché come molti prodotti DOP richiede condizioni speciali, degne della nomea. Se vi siete chiesti come si coltiva l’aglione, magari rispetto al più semplice e comune aglio, stavolta non è così semplice:

  • Il terreno per la coltivazione dell’Aglione deve essere sciolto, sabbioso, di medio impasto, senza ristagni di acqua ma comunque umido nel sottosuolo.
  • Pre-semina il terreno va rovesciato e si mette a dimora lo spicchio da ottobre a dicembre, a distanze variabili dai 30cm sulla fila e 40cm fra le file, evitando l’insorgere della botrite e malattie fungine.
  • Si semina a 5-10cm, con determinati apporti di azoto, fosforo e potassio. Si eliminano le infestanti, zappando almeno 3 volte da febbraio e recidendo l’infiorescenza non appena germoglia.
  • La raccolta avviene tra giugno e luglio appena le foglie ingialliscono, evitando che il bulbo marcisca.
  • L’aglio va conservato in luogo fresco, asciutto, areato e al riparo dalla luce attorno ai 15°C. Umidità e freddo lo danneggiano irrimediabilmente.

Volete saperne di più? Andate sul sito ufficiale.

Crediti foto: aglione.it. Tutti i diritti riservati.

Adriano Bocci
Adriano Bocci


Ultimi Articoli

©  2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito Fytur