Ai piedi del Gran Sasso c’è l’unica patata “azzurra” al mondo, ed è un vero scrigno di sapori

Claudia Rapparelli  | 09 Gen 2024  | Tempo di lettura: 2 minuti

La Patata Turchesa, un prodotto unico coltivato nella Provincia di Rieti, noto per le sue caratteristiche distintive e la sua storia affascinante. Questo tubero, che si distingue per la sua buccia viola intensa e la polpa bianca, è diventato un presidio Slow Food, testimoniando il suo valore culturale e gastronomico. La Patata Turchesa è una pianta annuale con radici fascicolate superficiali e diramazioni capillari. Il suo tubero si caratterizza per una forma irregolare, con frequenti tuberosità e una buccia viola intensa ricca di antiossidanti, paragonabili a quelli trovati nel cavolo. All’interno, la pasta è completamente bianca con una consistenza e granulosità medie e un basso contenuto in acqua. I tuberi hanno un’epidermide sottile, ricoperta da piccole lenticelle che si suberificano in condizioni di mancanza d’acqua.

Storia e diffusione

Nel Settecento, la Patata Turchesa ha iniziato a essere coltivata nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, diventando una “garanzia alimentare” per le popolazioni montane locali. Questo tubero ha svolto un ruolo cruciale nell’economia agricola di montagna, permettendo ai contadini di disporre di eccedenze da commercializzare. La coltivazione si è estesa fino a quote elevate, oltre i 1600 metri, modificando l’assetto urbano di alcuni centri con la creazione di grotte e ambienti ipogei per la sua conservazione.

Patata Turchesa e Slow Food

patata turchesa

La Patata Turchesa è riconosciuta come presidio Slow Food, una testimonianza del suo valore non solo gastronomico ma anche culturale. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza di preservare tecniche agricole tradizionali e varietà locali, valorizzando un prodotto che ha plasmato la storia e l’identità di un territorio.

Curiosità e altre varietà

Oltre alla Patata Turchesa, nella regione sono state coltivate altre varietà antiche e preziose, come la patata rossa e la Fiocco di neve. La patata turchesa o viola è particolarmente rinomata per la colorazione della sua scorza e parte della polpa. Nel circondario di Penne (PE), in Provincia di Pescara, sono state documentate varietà come la patata violetta, citata da Prosperi tra il 1877 e il 1885.

Una gemma agricola da salvaguardare

La Patata Turchesa non è solo un alimento, ma un patrimonio culturale e storico da preservare. La sua inclusione nel circuito Slow Food sottolinea l’importanza di proteggere queste varietà uniche, promuovendo la biodiversità e sostenendo le comunità locali che continuano a coltivarle secondo tradizioni antiche. Questo tubero rappresenta un ponte tra passato e futuro, ricordandoci l’importanza di custodire i tesori della nostra terra.

Claudia Rapparelli
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