Ai piedi del Grappa c’è un piccolo tesoro: il borgo del biso è il segreto della provincia di Treviso

Claudia Giammatteo  | 27 Lug 2025

C’è un angolo d’Italia in cui il tempo rallenta e la natura si fonde con la tradizione in un abbraccio che sa di autenticità. Ai piedi del Monte Grappa, tra colline dolci e sentieri nascosti, sorge Borso del Grappa: un borgo discreto, silenzioso, che non ama mettersi in mostra ma custodisce con fierezza un’anima profonda e genuina. Qui, il vento porta profumo di erba tagliata e terra buona, e ogni sguardo si perde tra i profili verdi delle Prealpi Venete. È un luogo che racconta storie di contadini, di stagioni che ancora dettano il ritmo della vita, e di sapori che parlano con voce sincera. E proprio da questa terra, umile e generosa, nasce un piccolo tesoro agricolo che pochi conoscono, ma che conquista tutti: il Pisello di Borso, o “biso”, come lo chiamano qui.

Borso del Grappa: cosa vedere tra natura e storia

Immerso nel paesaggio incontaminato delle colline trevigiane, Borso del Grappa è la meta perfetta per chi cerca una pausa dalla frenesia e desidera riscoprire la bellezza semplice delle cose. Le sue strade raccontano una storia che affonda le radici nella tradizione rurale veneta, ma non mancano testimonianze storiche di valore, come l’antica chiesa di Sant’Eulalia e i numerosi capitelli votivi che punteggiano le contrade.

Il vero spettacolo, però, è tutto intorno: il Monte Grappa si staglia maestoso a fare da guardiano al borgo e offre sentieri per escursionisti, bikers e amanti della natura. Tra mulattiere e boschi secolari, è possibile camminare lungo i percorsi della Grande Guerra o semplicemente fermarsi ad ascoltare il silenzio, interrotto solo dal canto degli uccelli e dallo scorrere di piccoli ruscelli. Da non perdere è anche il Giardino Vegetazionale Astego, un angolo botanico incantato dove la flora alpina e prealpina si mostra in tutta la sua varietà.

Ecco cosa mangiare a Borso del Grappa (con il biso)

Risi e bisi
Risi e bisi

Ma se c’è una cosa che davvero conquista il cuore — e il palato — di chi arriva fin qui, è la cucina. Una cucina autentica, che profuma di casa, di stagioni e di mani sapienti. E al centro di tutto c’è lui: il Pisello di Borso, meglio noto come biso.

Non è un pisello qualsiasi. È piccolo, dolcissimo, tenero, e cresce solo qui, tra questi campi cullati da un microclima perfetto e da una tradizione contadina che si tramanda di generazione in generazione. La sua coltivazione segue ancora metodi tradizionali e ogni raccolto è frutto di un lavoro paziente e rispettoso della terra.

Il biso si gusta al meglio nella sua semplicità: in risotti cremosi, in vellutate delicate, o semplicemente scottato e condito con un filo d’olio extravergine del Grappa. Ma non mancano interpretazioni più creative, come i bisi e risi alla veneta, o tortelli farciti con questo prezioso legume e serviti con burro e salvia. Il suo sapore, dolce e leggermente erbaceo, conquista anche gli chef più esigenti, tanto da essere stato protagonista di piatti stellati.

Ogni anno, tra maggio e giugno, Borso celebra il suo piccolo re con la tradizionale Festa del Biso, un appuntamento atteso da tutto il paese e dai buongustai della zona. Un’occasione per scoprire il meglio dell’agricoltura locale, ma anche per vivere l’atmosfera autentica di un borgo che, senza clamori, ha saputo conservare la propria anima.

 

[foto copertina@ChacronaJagube/shutterstock/solo per uso editoriale]

Claudia Giammatteo
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