Ai piedi della rocca, questo paesino di 70 persone è il borgo perfetto da visitare a settembre

Marianna Di Pilla  | 09 Set 2025

È un luogo dove la storia si respira ovunque nell’aria, dove i ruderi diventano simboli di resistenza e bellezza e dove ogni pietra si fa racconto. Tra cielo e sapori autentici, quello alla scoperta di Calascio è un viaggio che fa bene al cuore, all’anima e anche al palato. Perché questo piccolo, anzi minuscolo comune in provincia dell’Aquila che ad oggi conta poco più di 100 anime, in dimensioni ridotte riesce a condensare tutto il bello e il buono dell’Abruzzo.
Calascio si distende ai piedi dell’imponente massiccio del Gran Sasso, arroccato a 1200 metri di altezza o poco più. Grazie alla sua posizione panoramica, domina la valle del Tirino e lascia vedere in lontananza la vasta piana di Navelli, da cui lo sguardo è libero di spaziare su panorami degni di una cartolina d’altri tempi.

Rocca Calascio e il borgo, cosa fare e vedere a Calascio

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Rocca Calascio

A tre chilometri dal centro di Calascio, superando un dislivello di circa 200 metri, si giunge a Rocca Calascio. Troneggia ad un’altezza di oltre 1500 metri, numeri che lo rendono uno tra i castelli più alti d’Italia oltre che tra i più spettacolari da visitare in Abruzzo. Questa fortezza, eretta forse sull’onda di un’antica torre normanna, è oggi una delle immagini simbolo della regione: sormontata da quattro torri cilindriche e cinta da mura merlate, ha una bellezza resa immortale non solo dalle tante immagini che ne circolano sui social ma, in tempi non sospetti, già dal cinema. Da film come Ladyhawke e Il nome della rosa, fino a The American con George Clooney, Rocca Calascio ha sempre goduto di una certa fama cinematografica. Non è da meno in quanto a bellezza il borgo medievale che si era sviluppato tutto intorno alla rocca, un luogo sospeso tra ruderi e case restaurate dove la vita ritrova linfa tra botteghe, profumi, chiacchiere di visitatori e residenti. Nel borgo di Calascio si trova anche la Chiesa e il convento francescano di Santa Maria delle Grazie, fondati nel 1594 dal celebre francescano padre Mario da Calascio. L’edificio, oggi sede congressuale, conserva interni barocchi, una tela di Giulio Cesare Bedeschini e preziose testimonianze artistiche. Ai piedi del castello, lungo il sentiero che conduce verso Santo Stefano di Sessanio, si incontra la Chiesa di Santa Maria della Pietà, edificata nel 1596 sul luogo di un’edicola votiva. Con la sua pianta ottagonale e la cupola a spicchi, è impossibile non notarla. Vale la pena entrare anche velocemente per ammirare il dipinto della Vergine e la scultura di San Michele armato.

Cosa e dove mangiare a Calascio

Festival dell'arrosticino e Della Cucina Romana

Il borgo di Calascio fa parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ed è parte dei Borghi Autentici d’Italia. Se ne sta adagiato, dunque, in un territorio che unisce montagna, storia, cultura e la cui identità è da sempre fortemente legata alla pastorizia e alla transumanza. Il vero profumo del borgo non è solo quello della legna che arde nei camini, ma quello del pecorino di montagna stagionato nelle cantine fresche, duro e saporito, perfetto da grattugiare sugli gnocchi di patate fatti a mano o da gustare con un filo di miele locale. In inverno, nelle cucine si prepara ancora la pecora alla callara, carne di pecora tagliata a pezzi e cotta lentamente in un grande paiolo con vino, aromi di montagna e pomodoro. E poi ci sono gli immancabili arrosticini, spiedini di carne di pecora cotti alla brace, che nelle serate estive diventano un appuntamento conviviale, accompagnati da un bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo. Tra i dolci, il ricordo più vivido è quello legato alle ferratelle, cialde croccanti cotte in un apposito stampo di ferro che dà loro una forma inconfondibile, da gustare semplici o farcite con marmellate artigianali di more e prugnole raccolte nei dintorni. È questa la cucina di Calascio: fatta di ingredienti poveri, essenziali, che raccontano una montagna aspra e generosa, dove ogni piatto è un frammento di identità e di comunità.
I prodotti e le ricette da assaggiare a Calascio sono dunque figli diretti di una tradizione e di un passato agricolo e pastorale che nei piatti rivivono ogni giorno, e che si ritrovano anche nelle trattorie e nei ristoranti di Calascio. Cosa mangiare a Calascio? Sapori che trovano le loro radici nella montagna, e che è facile degustare in posti come il Rifugio della Rocca nel borgo medievale a pochi passi dalle mura dell’antica fortezza. Un punto d’appoggio perfetto per rifocillarsi dopo la salita, dove ad attendere il visitatore c’è una cucina autentica e genuina e una cornice rustica e perfettamente adatta al contesto. Altri indirizzi dove la cucina è un incontro di charme e sostanza Da Clara e La Taberna di Rocca Calascio.

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla


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