Ancona, la città dorica sospesa tra mare e storia: cosa vedere e mangiare

Matteo Cicarelli  | 19 Ago 2025

Sospesa in quel punto in cui l’Adriatico si piega come un braccio verso la terraferma, tra il mare e le colline, sorge Ancona. Una città che da secoli accoglie viaggiatori e mercanti. Un luogo tutto da scoprire: il lungomare in cui la brezza marina si mescola con i profumi della cucina locale, le spiagge che regalano acque cristalline e i numerosi monumenti, che raccontano la storia di questa città.

Cosa vedere ad Ancona


Ancona affonda le proprie radici nell’antichità. La sua storia inizia nel 387 a.C., quando fu fondata dai greci siracusani di stirpe dorica, stanziatisi sul colle Guasco per presidiare le rotte dell’Adriatico settentrionale. Proprio per questo motivo, è sempre stata chiamata “città dorica”. Anche il suo nome deriva dal termine greco Ankón, «gomito», che richiama la conformazione del golfo naturale e la posizione riparata della città. In ogni angolo è nascosta una traccia del suo passato. Sul punto più alto della città, dove un tempo sorgeva il tempio dorico dedicato ad Afrodite, oggi svetta il Duomo di San Ciriaco, con un affaccio privilegiato sul mare. Questa maestosa chiesa, con la sua facciata romanico-bizantina, custodisce un quadro raffigurante la Madonna, al quale vengono attribuiti poteri miracolosi. Dopo essersi innamorati degli splendidi scenari che regala il panorama, è arrivato il momento di scendere fino all’Arco di Traiano, eretto nel II secolo d.C. per celebrare l’imperatore che ampliò il porto. Tutto ciò mostra come Ancona conservi in sé due anime in continuo dialogo tra loro: la cultura greca e quella romana. Poco lontano, c’è il Museo Archeologico delle Marche che custodisce anfore usate per il vino e l’olio, statue di divinità e monete. Si risale poi verso il Passetto, il punto più romantico della città. Qui una serie di scalinate scavate nella roccia conducono a terrazze affacciate sul mare. Il luogo perfetto per ammirare il sole che lascia spazio alla notte. Un’altra tappa imperdibile e altrettanto suggestiva è la Mole Vanvitelliana. Questa struttura, dalla forma pentagonale e ideata da Luigi Vanvitelli, sorge sulle acque ed è collegata alla terra da un ponte. Originariamente concepita come lazzaretto per la quarantena, oggi ospita mostre temporanee e il Museo Tattile Omero. L’edificio, con al centro un tempietto dedicato a San Rocco, rappresenta un raro esempio di architettura sanitaria e difensiva. Le sue ampie corti interne, un tempo adibite a stoccaggio merci e degenza, sono diventati spazi espositivi. Infine, merita una sosta anche la Fontana delle Tredici Cannelle, costruita nel XVI secolo dall’architetto Pellegrino Tibaldi. 

Le spiagge


Oltre ai monumenti che raccontano la sua storia, Ancona è anche una città di mare. Vale la pena esplorare le sue spiagge e concedersi un bagno nelle sue acque turchesi. La Spiaggia del Passetto, con le sue caratteristiche grotte artificiali scavate nella roccia e le scalinate che scendono al mare, è l’icona balneare della città. Chi cerca lunghe spiagge dorate può dirigersi verso Palombina Nuova. Chi, invece, preferisce un’atmosfera più selvaggia, trova la meta perfetta in Mezzavalle, un luogo isolato in cui la natura regna incontrastata, raggiungibile attraverso un sentiero panoramico. Poco più lontano c’è Portonovo, alle pendici del Monte Conero, con lo storico Fortino Napoleonico a fare da sfondo. Infine, due gioielli nascosti: la Spiaggia di Montagnolo e la Spiaggia delle Due Sorelle.

Cosa mangiare

Vincisgrassi, storia
Vincisgrassi
Dopo i continui sali e scendi per la città o un’intera giornata in spiaggia, arriva il momento più bello della giornata: assaporare i prodotti locali. All’ora dei pasti le stradine si riempiono di profumi, che fanno venire l’acquolina in bocca. La cucina anconetana è un elogio ai sapori marini e rurali. Alcune pietanze sono iconiche e devono assolutamente essere provate, come i vincisgrassi, lasagne marchigiane farcite con ragù di carne e fegatini, e lo stoccafisso all’anconetana, cotto con pomodoro, olive e patate, le sarde in porchetta, aromatizzate con finocchietto selvatico e, soprattutto, i brodetti. Non mancano prodotti di terra, come i salumi, infatti il fiore all’occhiello di quest’area è il ciauscolo. Il tutto va accompagnato da un bicchiere di Verdicchio, il vino bianco delle colline marchigiane.

Matteo Cicarelli
Matteo Cicarelli


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