Tradizionalmente, la ricetta, comunque variabile a seconda dei produttori, comprende 33 erbe, tra le quali genepì, verbena, menta, salvia, valeriana, iperico, camomilla, limone, arnica, genziana, issopo, tanaceto (in piemontese il tanaceto viene chiamato “erba di Arquibus”).
Territorio interessato alla produzione: La produzione avveniva in tutto il Piemonte, in particolare nella zona di Carmagnola.
Cenni storici e curiosità
La tradizionalità del prodotto è documentata da ricettari manoscritti dell’800 ed etichette della prima metà del ’900.
L’Alpestre non è altro che l’Arquebuse. Le origini di quest’ultimo, infatti vengono attribuite proprio ai Fratelli Maristi, religiosi laici un tempo residenti in Francia, nei pressi di Lione. Nel 1857 frate Emanuele, studiando le virtù delle erbe officinali, compone un distillato a cui dà il nome di “Eau d’Arquebuse” derivato dall’uso che si faceva del prodotto per risanare le ferite prodotte dagli archibugi. Nel 1903 i Maristi sono costretti a lasciare la Francia e si stabiliscono in Italia, a Carmagnola, dove riprendono la distillazione dell’Arquebuse. Nel 1927 sorgono e incominciano a diffondersi le imitazioni, tanto che, dopo appena tre anni per l’elevato numero di contraffazioni, il nome Arquebuse viene dichiarato di dominio pubblico.
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