Arricchirsi con il vino? Ecco come fare

Francesco Garbo  | 03 Mag 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti

Se si hanno dei risparmi la cosa più saggia è investirli per farli fruttare con il passare del tempo, un’idea su come investirli? Il vino. Bisogna però scegliere in modo accurato i vini da acquistare a questo scopo se si vuole evitare di buttare inutilmente i soldi. Partiamo dal presupposto che negli ultimi anni il mondo del vino in Italia sta subendo una grande crescita anche sotto il punto di vista dell’export come conferma anche il presidente di Assoenologi,  Riccardo Cotarella: “La ricerca ha portato a una rivoluzione copernicana della scena enologica riscoprendo territori ritenuti a torto non vocati e il valore di tante uve autoctone. Il merito va alla nostra categoria: 5.000 professionisti che anche dopo la laurea continuano studiare e a formarsi. L’enologo sa interfacciarsi con il consumatore, che sempre più vuole parlare con chi il vino lo ha seguito dal vigneto e alla bottiglia, e molti sono anche brillanti manager che gestiscono con successo grandi aziende”.

Quali sono i criteri per scegliere il vino giusto

Iniziamo col dire che i vini da investimento sono una categoria enologica ristretta, si aggira intorno all‘1% della produzione mondiale, che comprende parametri qualitativi molto alti ma soprattutto adatti ad aumentare il loro valore durante il processo di affinamento in bottiglia. Ma quali sono le caratteristiche principali per far si che un vino sia adatto a diventare un vino da investimento?

Storia e annata sono determinanti

Innanzitutto un buon vino da investimento deve avere una storia prestigiosa, come i Grand Cru di Borgogna o gli Châteaux di Bordeaux  provenienti da vigneti storici che producono vini famosi in tutto il mondo. Inoltre deve aver avuto successo tra i critici con un buon punteggio. Ultimo fattore, l’appartenenza a una determinata annata, dal momento che ogni vino è indissolubilmente legato al territorio e al clima dell’anno di produzione che gioca un ruolo a dir poco fondamentale sul risultato finale. Il raccolto che regala un buon vino deve appartenere ad un’annata eccezionale che porta nella bottiglia un vino eccellente e al massimo delle sue potenzialità grazie all’andamento climatico dell’anno. Ulteriore caratteristica di un buon vino da investimento è quella di essere scambiato sul mercato in modo frequente. infatti un vino con storia importante e un buon punteggio che però non ha richiesta sul mercato non è sicuramente quello giusto. Barolo e Barbaresco: 2001, 2004, 2006, 2008, 2010, 2013, 2015, 2016 e Brunello di Montalcino: 2001, 2004, 2008, 2010, 2012, 2013, 2015, 2016 sono alcuni esempi di vini provenienti da grandi annate.

Altri due aspetti fondamentali per un vino da collezione sono il momento dell’acquisto ma soprattutto la conservazione. Soprattutto per coloro che non sono esperti di vino, si potrebbe incorrere in venditori poco onesti che potrebbero vendere bottiglie di poco valore o che hanno esaurito il loro potenziale di invecchiamento o peggio ancora bottiglie mal conservate, facendo così annullare il valore della bottiglia.

Ecco dunque alcuni nomi di vini da acquistare se volete investire su questo settore. Tra i più nominati di anno in anno ci sono: Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Amarone di Quintarelli o di Dal Forno, il Monfortino di Giacomo Conterno, il Madonna delle Grazie de Il Marroneto. Da non sottovalutare anche Val d’Arno di Sopra Doc Vigna Galatrona di Petrolo, Brunello di Montalcino Docg Vigna del Suolo di Argiano,Elvio-Cogno-Barolo,Barolo Docg Riserva Vigna Elena. Per quanto riguarda le bollicine sicuramente il Franciacorta Docg Riserva Dosaggio Zero Annamaria Clementi di Cà Del Bosco, il Trentodoc Giulio Ferrari Riserva del Fondatore di Cantine Ferrari.

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