zona di produzione: Busalla – Savignone (Genova)
curiosità: già in epoca preistorica si utilizzava l’orzo per fare bevande. Come testimonianza sono stati rinvenuti semi torrefatti e triturati che probabilmente venivano messi a fermentare nell’acqua, creando una bevanda alcolica e spumosa: forse la birra? Apprezzata dai Sumeri è citata nella Saga di Gilgamesh. I Babilonesi la bevevano a base di orzo, farro e cereali misti. Nota in Egitto già dal IV millennio a.C., faceva parte del corredo per l’aldilà. In Grecia e nel mondo romano era meno apprezzata del vino. Molto diffusa e amata era invece nell’Europa centro settentrionale. I Celti erano dei veri e propri appassionati del “vino d’orzo” e la utilizzavano durante i riti sacri credendo che avesse le stesse virtù della “Fonte della giovinezza”. Nel XIII secolo visse Gambrimus, leggendario re della birra: in questo periodo risale l’unione del luppolo all’orzo nella lavorazione che le conferisce l’inconfondibile gusto amarognolo. Nel 1878 due imprenditori svizzeri acquistarono un terreno a Busalla (Genova) e fondarono la prima fabbrica di birra italiana! Trascorso un quarto di secolo vide la luce la “Società Anonima Birra Busalla”. Oggi questa “microbirreria” recupera un’antica tradizione e offre una interessante produzione: birra chiara, rossa, ambra, scura, al miele e stagionalmente di castagne, Castagnasca, in cui la farina di castagne della montagna genovese, raccolte a mano, seccate a fuoco e fumo e macinate a pietra, le conferisce un particolare aroma. Ancora una volta la castagna diventa coprotagonista di un prodotto ligure.
caratteristiche: bevanda a bassa gradazione alcolica, dissetante, rinfrescante, salutare ed energetica in quanto ricca di vitamine (B1, B5, B6, H), proteine, carboidrati, sali minerali ed oligoelementi contenuti nel lievito.
preparazione: l’orzo viene macinato, con un mulino a due rulli rendendo possibile una triturazione che permette ai chicchi di aprirsi gradatamente e liberare le sostanze nutritive. Quindi si passa alla fase di cottura in caldaia e mescolato con acqua alla temperatura di 45°C. Con l’incremento graduale della temperatura si ottiene l’estrazione progressiva di maltosio, albumine, proteine ed altri composti. Il processo di infusione ha una durata complessiva di circa 120 minuti. Il composto viene filtrato e il mosto si separa dalle trebbie; il mosto di malto, torna alla caldaia dove viene bollito e aromatizzato mediante l’aggiunta del luppolo, continuando l’ebollizione per circa 50/60 minuti. A questo punto il mosto di malto aromatizzato, viene pompato nello scambiatore di calore dove passa bruscamente da una temperatura di 90°C ad una di 8/10°C per evitare fermentazioni errate. Gli ultimi due passaggi consistono nell”aggiunta dei lieviti per la fermentazione e l’estrazione degli stessi per la maturazione che avviene ad una temperatura interna dei tini di circa 2° – 4° C. A questo punto la birra è pronta: può venire infustata, imbottigliata o venduta direttamente alla spina in birreria.
Fonte: La vetrina di Agriligurianet.it – Regione Liguria 2005
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