Bollino che aiuterà i turisti a non cadere in ristoranti turistici

Francesco Garbo  | 30 Mar 2023

Quante volte si parla di ristoranti che sono definite vere e proprie trappole per turisti? Locali dove il cibo non è di qualità eccelsa e si servono piatti della tradizione eseguiti però spesso in maniera sbagliata e con ingredienti di qualità scadente. Da qui l’idea di certificare con un bollino i ristoranti che servono cibo tipico. I locali saranno certificati da Camera di Commercio e Turismo Turino. Un vero e proprio vademecum da rispettare per essere definiti tipici quello che si sta cercando di creare, un menu completo, dagli antipasti fino ai dolci che realmente siano collegati alla tradizione piemontese. Per quanto riguarda il pesce citato in questo menu si parla solo di due specie: il merluzzo, servito con la polenta e l’acciuga al verde. “Anche perché non si può far credere a un turista di essere un ristorante piemontese se si preparano le linguine allo scoglio o il risotto con i gamberi” spiega Fulvio Griffa il presidente della Fiepet-Confesercenti, associazione di pubblici esercizi. Il progetto che si sta realizzando grazie all’aiuto della Camera di Commercio e Turismo Torino ha l’obiettivo di creare una rete di ristoranti tipici che però siano riconosciuti e certificati per non incappare in ristoranti che non sono all’altezza di rappresentare la cucina tipica del luogo.

La prima cosa che chiedono i turisti è: “Dove possiamo mangiare qualcosa di tipico?”. Il nostro compito è assicurare che l’offerta gastronomia sia all’altezza. Tutelando e promuovendo i nostri prodotti“. Spiega Marcella Gaspardone di Turismo Torino che ha in progetto anche un sito dove ci sarà una sezione dedicata proprio ai ristoranti piemontesi garantiti. Due o tre le categorie previste per classificare l’atmosfera che si respira in questi locali tipici che per essere considerati tali dovranno assicurare che almeno il 60% del menu appartenga alla cucina regionale. La regola non esclude il vino che dovrà essere tipico ma con regole diverse. “Abbiamo deciso di usare una formula un po’ più vaga, “forte presenza” di etichette nostrane, per non limitare l’offerta alla Barbera o al Barbaresco. Specificando però che per “locale”, in questo caso, intendiamo vini della provincia di Torino, per aiutare la loro valorizzazione” cosi spiega Griffa, I primi incontri sono previsti per maggio, si creerà una vera e propria comunità dove si potranno incontrare i produttori e scambiare idee e modi di vedere la ristorazione. Come spiega il segretario della Camera di Commercio Guido Bolatto: Stiamo scrivendo il disciplinare con gli esercenti. Vogliamo spingere i piatti della nostra tradizione non solo una settimana all’anno, ma per dodici mesi perché crediamo fortemente nella qualità della cucina regionale”

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Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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