Dalla raccolta alla lavorazione delle olive pugliesi tra i borghi della Valle d’Itria

Stefano Maria Meconi  | 21 Lug 2022  | Tempo di lettura: 4 minuti

L’olio d’oliva fa risalire le sue origini nei millenni, in luoghi lontani ed esotici come la Siria, per poi mettere radici nel più vicino bacino mediterraneo grazie alla mediazione di Fenici e Cartaginesi. In Italia la coltivazione dell’olivo iniziò intorno al 1000 a.C., quando i Greci approdarono sulle coste della penisola, e si diffuse subito in maniera capillare grazie alle favorevoli condizioni climatiche. Da quel momento l’inconfondibile albero dalle chiome indomabili e i tronchi nodosi caratterizza il paesaggio pugliese in un’infinita distesa di rigogliose fronde e rami che sembrano prendere vita da un momento all’altro. In particolare, la Valle d’Itria in provincia di Brindisi ospita un’incredibile concentrazione di olivi che conta oltre 50 milioni di esemplari. Non stupisce allora che proprio qui, in questa pianura baciata dal sole e accarezzata dal vento salino del Mediterraneo, vengano prodotti alcuni degli oli più pregiati al mondo. Esistono diverse specie di olive pugliesi e ognuna dona un olio dalle caratteristiche organolettiche speciali e inconfondibili, a seconda crescano più nell’entroterra o verso la costa. Le varietà coltivate nella Valle d’Itria sono la Cima di Mola, l’Olivastra e la Leccina.

Gli ulivi monumentali della Valle d’Itria sono parte integrante del paesaggio locale e li porterete con voi negli occhi e nel cuore anche una volta tornati a casa. Questi alberi nodosi, intervallati da muretti a secco, caratterizzano l’intero scenario che vi accompagna alla scoperta dei borghi delle olive in provincia di Brindisi. Non è un caso se la Valle d’Itria leghi a doppio filo la propria storia con questo albero sacro agli antichi. Infatti, la convivenza risale ai Messapi, una civiltà giunta qui nel IX secolo a.C. che popolò il paesaggio di questi alberi. Tuttavia, l’aspetto ordinato dei filari di oliveti risale all’opera dei Romani. Agli stessi Messapi si deve inoltre la fondazione di diverse città nella Valle d’Itria; quei centri abitati che oggi costituiscono alcuni tra i borghi più suggestivi della Puglia e che si presentano cinti da mura difensive.

Il periodo ideale per scoprire la cultura delle olive è tra ottobre e dicembre. In questi mesi avviene la raccolta delle olive che avviene secondo tecniche più o meno meccaniche. La raccolta a mano è sicuramente il metodo più affascinante, tramandato da secoli e al quale è possibile partecipare. Oltre alla dedizione, queste tecniche consentono di selezionare i frutti migliori, passando poi alla frangitura, spremitura e separazione per essere accuratamente conservati.

I borghi pugliesi tra gli olivi monumentali della Valle d’Itria

Carovigno e l’ulivo millenario

Lungo la Strada dell’Olio Collina di Brindisi si trova Carovigno con il suo ulivo millenario che sorge lungo la via per Santa Sabina. Oltre alle tante torri di avvistamento comunicanti che da sempre fanno da sentinelle al territorio di Carovigno, da ancor più tempo la zona è presieduta da ulivi rigogliosi. Le vie del borgo di origine messapica nel corso dei secoli sono state arricchite di diverse testimonianze ancora oggi ammirabili. Tra i simboli di Carovigno ci sono Castello Dentice di Frasso con i suoi torrioni, Porta Brindisi, la Chiesa del Carmine e la Torre dell’Orologio. Nel centro storico medievale si apre l’Arco Del Prete, una piccola via caratterizzata da un’infilata di archi. Sempre nel borgo antico si trova il forno pubblico “Lu scattusu”, un’attrazione di Carovigno in pietra e alimentato a fascine d’ulivo che ancora produce fragranti delizie.

Ceglie Messapica e il borgo immerso in un mare di uliveti

Ceglie Messapica dichiara già nel toponimo le antiche origini legate al popolo dei Messapi. Il borgo antico nel cuore della Valle d’Itria porta invece i segni solenni dell’età medievale. Piazza Plebiscito è il cuore pulsante del borgo dal quale è facile raggiungere i monumenti più significativi della storia di Ceglie disseminati tra le colline come la Chiesa Matrice o il Castello Ducale caratterizzato da una torre normanna. Tutto intorno al borgo di Ceglie si perde a vista d’occhio un mare di colline e terrazzamenti punteggiato qui e là dal bianco dei muretti a secco come fossero la schiuma delle onde. Trulli e masserie si fanno largo tra migliaia di uliveti. Non a caso la cosiddetta “Città d’arte e terra di gastronomia” sorge nel cuore della terra dell’olio ed è il luogo ideale per apprezzare le eccellenze del territorio.

Cisternino tra i Borghi più belli d’Italia

Cisternino vanta un’origine messapica, ma secondo la tradizione fu addirittura fondata da un reduce della Guerra di Troia. Qui le tracce di Greci, Romani, Arabi convivono tra le vie della cittadina, entrata nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. I balconcini in ferro battuto e le scale dei vicoli antichi sono trapuntate di fiori coloratissimi che rappresentano scorci “instagrammabili”. Le campagne tutto intorno a questo tripudio di edifici in calce e fiorellini decorativi sono una distesa verde e rigogliosa di ulivi centenari. La Torre Normanno-Sveva e la romanica Chiesa di San Nicola con una facciata neoclassica sono i simboli di Cisternino dove assaggiare un piatto delle tipiche bombette di carne prima di andare via.

Ostuni, la città bianca nel verde degli ulivi

Ostuni è il borgo punto di riferimento della Strada dell’Olio di Puglia. Proprio a ridosso della cittadina sorge infatti la cosiddetta “piana degli ulivi” millenari, probabilmente risalenti all’epoca dei Messapi. La cosiddetta “città bianca” si erge su un colle come un borgo di fondazione messapica che si rispetti; dall’alto delle sue mura in calce domina le chiome verdi della piana degli ulivi e il mare all’orizzonte. Ostuni fu un dominio longobardo prima e bizantino dopo nel corso dell’Alto Medioevo, mentre nei secoli successivi passò nelle mani degli Sforza e dei Veneziani. La quattrocentesca Cattedrale è il simbolo di Ostuni. La facciata richiama chiaramente gli stilemi architettonici della Serenissima. Nel resto del borgo, palazzi barocchi e piccole botteghe si alternano lungo le stradine fino a salire in cima alla città.

Stefano Maria Meconi
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