Nel cuore della verde Romagna, lontani dal caos della Riviera, distendiamo i nervi e apriamo i sensi alla piccola Brisighella, borgo dalla storia antica e dai sapori veraci, figli di una tradizione immortale.
Tre colli e un piccolo paese circondato dalle colline del ravennate. Brisighella non è il classico borgo italiano, ma un vero angolo di Eden.
Ci troviamo poco distanti dall’elegante Ravenna, a un tiro di schioppo dalla vita notturna di Rimini e Riccione, eppure tutto ci sembra distante.
Passeggiando per Brisighella, tra la Via degli Asini e la Rocca Manfrediana, sembra che il tempo si sia fermato a un passato remoto eppure vicino.
La “terra dei cavoli”, questo il significato del suo nome, è oggi un borgo dove cultura ed enogastronomia vanno a braccetto, con tanti prodotti tipici da assaggiare.
Detto anche “Brisighello”, l’olio d’oliva Brisighella DOP è regolato da un rigido disciplinare.
La sua coltivazione è ammessa soltanto, oltre che a Brisighella, nei comuni di Faenza, Riolo Terme e Casola Valsenio, tutti nella provincia di Ravenna.
La composizione deve avere il 90% di olive “Nostrane di Brisighella”, una cultivar tipica della zona, e la spremitura deve avvenire rigorosamente a freddo (sotto i 27 °C).
L’olio che se ne ricava, di colore verde smeraldo e dal sapore lievemente amarognolo, viene utilizzato in molte ricette tipiche del territorio.
Il carciofo moretto, o autoctono di Brisighella, è una cultivar “immutata” rispetto alla produzione storica.
Ciò significa che il carciofo brisighellese si caratterizza per un bouquet di sapori e profumi che è autentico, privo di interventi genetici o chimici.
Il carciofo di Brisighella, dal sapore fresco e con note appena amare, si consuma in molti modi, sia cotto che crudo. In quest’ultimo caso lo si condisce con l’olio Brisighello e una lieve spolverata di sale.
Le foglie, più dure, non vengono scartate ma utilizzate per decotti, tisane o per produrre gustosi amari.
Cosa aspettarsi in Romagna, se non un buon calice di Sangiovese? Del resto lo dice anche Casadei: evviva la Romagna, evviva il Sangiovese!
Quello prodotto a Brisighella ha ottenuto la Denominazione d’Origine Controllata, e la sua storia viene fatta risalire addirittura all’antica Roma.
Le varianti sono il Sangiovese Superiore, il Sangiovese Riserva e il Sangiovese Novello, quest’ultimo dal titolo alcolimetrico lievemente più basso (11% contro il 12-13% degli altri).
Il Sangiovese trova il suo abbinamento ideale negli arrosti, nelle carni grigliate e nei primi e secondi piatti più corposi, soprattutto a base di formaggi.
La tipica cucina romagnola in un ambiente elegante e confortevole che sfrutta i locali di una grotta di gesso. Carne e pesce contribuiscono a menù di qualità, in una location che già da sola vale il pasto.
All’interno dei locali di un palazzo storico, un assaggio della tradizione gastronomia della Romagna. Da provare i passatelli, asciutti o in brodo, e i cappelletti. Ottimi i secondi piatti di carne e i dolci.
Nel pieno del borgo storico di Brisighella, rusticità ed eleganza si incontrano intorno alla tavola. Ottima la cucina tipica, soprattutto nei piatti di pesce, come il baccalà e le acciughe.
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