Quest’estate in Puglia non sarà possibile gustare la prelibata pasta con i ricci di mare, perlomeno non con quelli pescati nel mare limitrofe. Infatti è entrato in vigore il 5 maggio 2023 il fermo pesca per i ricci di mare in Puglia. La norma, approvata già il 28 marzo scorso, varrà tre anni con lo scopo di dare il tempo ai ricci di mare di tornare in un numero sufficiente da garantire la sopravvivenza della specie.
Non son o bastati infatti i provvedimenti presi fin ora per arginare i danni arrecati a questa specie marina, il fermo infatti veniva già attivato. ma solo per alcuni mesi dell’anno (maggio e giugno). “Da alimento per pochi il riccio di mare è diventato moda gastronomica sempre più diffusa” e tutto “per un solo piatto di spaghetti con i ricci” ha dichiarato Paolo Pagliaro, l’autore della proposta di legge.
Per tre anni dunque sarà possibile mangiare la pasta con i ricci solo se importati (spesso da Spagna, Grecia, Portogallo e Croazia). Una rinuncia molto importante questa per far si che la natura possa avere il tempo di riparare ai danni della pesca incontrollata che ha danneggiato i fondali, ormai a rischio desertificazione. Basti pensare che per una porzione di spaghetti con i ricci ne sono necessari all’incirca 25. Il problema della pesca dei ricci in passato non si poneva perchè erano prelevati esclusivamente in taglia minima di sette centimetri di diametro e nelle zone poco profonde. Oggi invece grazie ad attrezzature migliori la pesca dei ricci viene svolta anche in zone più profonde e difficili da raggiungere. Oltre ai divieti bisogna però confidare nella buona fede dei pescatori che non sono sempre stati ligi ai divieti imposti. Infatti moltissimi sono stati i ricci sequestrati perchè venduti illegalmente ai ristoranti.
“Negli ultimi anni il diffondersi della moda di questo piatto anche in Campania ha dato impulso sulle nostre coste ad una vera e propria razzia di ricci di mare, portata avanti da pescatori di frodo senza scrupoli.- spiega Lino Scarallo, lo chef stellato che ha deciso di eliminare i ricci dal suo menu– Basti pensare che per un piatto di spaghetti sono necessari circa 20 ricci di mare. Una mattanza folle per un piatto che non fa parte nemmeno della tradizione napoletana e campana. È di fondamentale importanza che dalla ristorazione tutta parta un messaggio chiaro e netto per non alimentare la pesca di frodo acquistando i prodotti ittici solo dalla filiera alimentare legale”.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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