Carciofo di Tarquinia o della Maremma viterbese

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: < 1 minuto

Carciofo del tipo “romanesco”. Il capolino, di media compattezza, presenta una forma sferico-appiattita, globosa, con caratteristico foro all’apice. Le brattee sono di colore verde tendente al violaceo.

 

Aree di rinvenimento del Prodotto: Montalto di Castro (VT), Tarquinia (VT)

 

Cenni storici e curiosità
La maremma viterbese rappresenta una delle più tradizionali regioni di coltivazione del carciofo. Secondo il botanico Montellucci è da attribuire agli Etruschi l’addomesticamento alla coltivazione di questo ortaggio. Nel territorio di Tarquinia la coltura viene introdotta agli inizi del ‘900 tanto che, nel 1930, alla prima mostra degli ortaggi di Tarquinia, vengono portati in mostra begli esemplari di carciofi e ne vengono premiati i produttori. Alla seconda mostra, tenuta nel 1933 vengono portati 13.000 esemplari. Risultano coltivati oltre 200 ha di terreno a carciofeto, con una produzione media annua di q.li 18-20.000. Risalgono al 1928 i primi esperimenti per la selezione della cultuvar “carciofo di Tarquinia”: incrocio di carciofo romanesco e carciofo d’ogni mese o di Provenza. Intorno alla metà degli anni ’60 risultano dedicati a questa coltura oltre 1000 ha di terreno, come si ricava dalla “giornata del carciofo”, convegno tenuto nel 1987.

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