Carne gustosa e pasta fresca: ecco cosa mangiare in uno dei borghi più belli dell’Umbria

Francesco Garbo  | 07 Ago 2023  | Tempo di lettura: 2 minuti

Siamo nella verde Umbria a Spoleto, una piccola città, molto accogliente che sorge sotto l’imponente Rocca Albornoziana, una fortezza costruita proprio sul punto più alto del colle Sant’Elia. Questa città fu colonia romana e dopo la caduta dell’impero fu presidiata dai visigoti e poi dai bizantini. Stupendo il Duomo, il monumento che più rappresenta la città con la sua facciata decorata con uno stupendo mosaico in stile bizantino.

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Cosa mangiare a Spoleto

La città si visita a piedi ed è piacevole perdersi tra le vie che hanno molto da raccontare. Tra negozi di norcini e ristoranti però ci si sente in poco tempo invogliati a sedersi per gustare qualche piatto tipico della zona. Da non perdere un classico della cucina di Spoleto che con la sua semplicità conquista moltissimi turisti: parliamo degli Stringozzi, anche chiamati Strengozze, alla spoletina. Parliamo di una pasta fatta in casa, simile agli spaghetti ma più grossolani e irregolari, conditi con un sugo semplice preparato con pomodori, aglio, pepe e prezzemolo. Sarà difficile non fare la scarpetta in questo delizioso sughetto una volta finiti gli stringozzi.

Se avete voglia di un piatto dal sapore deciso allora gli stringozzi al sugo d’oca fanno al caso vostro. Tra i secondi ci sono le braciole di castrato alla scottadito. Queste braciole vengono condite con una salsa a base di grasso di prosciutto, sedano, lardo, cipolla, rosmarino e maggiorana che conferisce alla carne succosità e un sapore che difficilmente riesce a passare inosservato. Ma non tutti vogliono appesantirsi eccessivamente a tavola, ecco allora la zuppa di San Nicola, un piatto della tradizione spoletina preparato con il farro in occasione della vigilia della festa del patrono il 5 dicembre. Inutile dire che qui gli affettati sono a dir poco deliziosi. Tra prosciutti, salami e capocollo troverete sicuramente quello che fa per voi. Da assaggiare anche la Crescionda, non disponibile tutto l’anno ma solitamente nel periodo di Carnevale, di origine molte antiche. Il nome deriva da Crescia unta, quindi una variante della crescia salata . La torta è composta da tre strati ovvero amaretti, budino e cioccolato.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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