Castellana Grotte: un viaggio nelle Murge tra storia, grotte nascoste e sapori autentici

Matteo Cicarelli  | 15 Ago 2025

Incastonata tra le morbide colline della Murgia dei Trulli, a pochi chilometri da Bari, sorge Castellana Grotte, un borgo dove pietra, storia e natura si fondono dando vita a uno scenario unico. Qui, tra vicoli bianchi e campagne ricche di ulivi, si nasconde uno dei più spettacolari labirinti sotterranei d’Italia, delle grotte scoperte quasi per caso, ma che da quasi un secolo affascinano i visitatori di tutto il mondo. Questo borgo è anche ricco di storia e di tradizioni enogastronomiche.

Castellana Grotte: tra storia, arte e natura


[Foto account Facebook comune di Castellana Grotte/@Comune di Castellana Grotte]
Castellana affonda le proprie radici nel Medioevo. La sua fondazione risale al 1171 e per secoli diversi feudatari se la contesero. Tra le famiglie che segnarono la storia del borgo spiccano gli Acquaviva d’Aragona, legati al tragico epilogo del conte Giulio Antonio, decapitato nel 1481 durante la resistenza contro i turchi. Le vicissitudini storiche e i racconti che circondano questo borgo sono molteplici. La principale è quella che riguarda il Monstrum Apuliae ovvero “stupore della Puglia”. Questo fu un capitolo molto singolare nella storia del borgo, che per secoli fu governato da badesse feudatarie, donne che univano autorità religiosa e potere temporale. Oggi, quel passato rivive nei murales del centro storico, dove artisti locali hanno raffigurato scene di coraggio e devozione femminile. Passeggiando tra le vie, capita spesso di imbattersi in dipinti murali che raccontano la storia e le emozioni di questi luoghi. Prima di addentrarsi nelle celebri grotte, vale la pena salire fino alla cima del paese per ammirare la chiesa della Madonna di Avetrana. Secondo la tradizione, nel 1600 la Vergine compì un miracolo liberando Castellana da una terribile pestilenza.

Le grotte di Castellana


La scoperta delle grotte di Castellana avvenne nel 1938, ad opera dello speleologo lodigiano Franco Anelli – al quale oggi è intitolato il Museo Speleologico – che si trovava lì per studiare il carsismo pugliese. Lo studioso, incuriosito dai racconti, decise di calarsi in quello che veniva chiamato dagli abitanti del luogo “buco nero”. Con una rudimentale scala e una lampada a carburo, scoprì un regno sotterraneo di stalattiti e canyon nascosti, oggi noto come sito di Grotte di Castellana. L’ingresso è la Grave, un abisso di 60 metri che introduce a un percorso che si snoda per alcuni chilometri, tra scenari suggestivi come il Cavernone dei Monumenti, con gigantesche stalagmiti simili a sculture, il Corridoio del Serpente, una galleria sinuosa modellata dall’acqua e la Grotta Bianca, un salone di alabastro dove la roccia brilla come se fosse marmo. Impossibile non restare a bocca aperta e innamorarsi di questi luoghi.

Cosa mangiare

Dopo la passeggiate nel centro e l’esplorazione delle grotte, il viaggio prosegue tra i sapori della tradizione. Impossibile non farsi attirare dagli odori che escono dalle cucine dei ristoranti. L’istinto è quello di entrare e ordinare i piatti tipici del luogo. In questo territorio è obbligatorio assaggiare “l’a’ mbanôt” (una zuppa di cicorie e purea di fave, piatto patrimonio della gastronomia pugliese), le polpette di pane raffermo, le cozze gratinate e i prodotti caseari come la burrata, la manteca (scamorza farcita con burro) e il caciocavallo.
[Foto account Facebook delle Grotte di Castellana/@Grotte di Castellana]

Matteo Cicarelli
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