C’è l’anfiteatro Flavio ma non è il Colosseo: cosa vedere e cosa mangiare nella ‘capitale’ delle solfatare dei Campi Flegrei

Eugenio Amodeo  | 05 Lug 2025

A pochi chilometri da Napoli, e all’interno sua area metropolitana, sorge una città carica di storia e che esiste da oltre 2000 anni. Oggi vi portiamo alla scoperta di Pozzuoli, che fu fondata in Magna Grecia e da allora vive senza sosta. La sua vicinanza a Napoli la rende estremamente accessibile e facilmente raggiungibile. Non solo: da Pozzuoli partono i traghetti per Ischia, Capri e Procida: tre perle davvero imperdibili, a un tiro di schioppo.

Cosa vedere a Pozzuoli

Le attrazioni di Pozzuoli sono molteplici, ma oggi ci concentreremo su tre in particolare, che abbiamo selezionato avendole considerato davvero imperdibili, cariche di significato storico-artistico e che rappresentano Pozzuoli in Italia e nel mondo, e rendono Pozzuoli una delle mete più affascinanti dei Campi Flegrei, con un patrimonio archeologico e naturale unico. Il Tempio di Serapide, erroneamente ritenuto un luogo di culto e in realtà un antico mercato romano (macellum), è oggi simbolo della città non solo per la sua imponenza, ma anche per il suo ruolo nello studio del bradisismo, fenomeno geologico tipico dell’area. Il Rione Terra, primo nucleo abitativo puteolano, racchiude millenni di storia tra resti greci, romani e medievali: un percorso tra vicoli e scavi archeologici che culmina nel Duomo, costruito sopra un tempio romano. Imperdibile anche l’Anfiteatro Flavio, terzo per grandezza nell’antica Roma, che conserva ancora intatti i suoi suggestivi sotterranei. Secondo la tradizione, fu qui che San Gennaro subì il martirio, rendendo il luogo ancora più ricco di significato. Un itinerario tra storia, mito e geologia che rende Pozzuoli una tappa fondamentale per ogni viaggiatore.

Cosa mangiare a Pozzuoli

Sul lungomare di Pozzuoli è facile imbattersi in ristoranti specializzati in piatti di mare, grazie alla straordinaria ricchezza del tratto di costa dei Campi Flegrei (comprese le isole). Qui, fondali sabbiosi, rocciosi e secche creano l’habitat ideale per una grande varietà di pesci, provenienti sia dal Mediterraneo meridionale che settentrionale. Il risultato? Pesce fresco tutto l’anno e una cucina che rispetta davvero la stagionalità. Da segnalare le rinomate cozze di Bacoli, conosciute come l’”oro nero” della zona. Ma il territorio è anche terra di vini: la tradizione vitivinicola, sebbene ridimensionata rispetto al passato, resta viva e fiorente. Le colline intorno al Lago d’Averno ospitano splendidi vigneti da cui nascono Falanghina e Piedirosso, due eccellenze locali. Un territorio dove mare, terra e cultura si incontrano anche nel piatto e nel bicchiere.

Eugenio Amodeo
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