C’è un angolo della provincia di Torino in cui si produce un asparago storico e non solo: cosa vedere e cosa mangiare

Claudia Giammatteo  | 28 Lug 2025

A pochi chilometri dalla frenesia torinese, c’è un angolo di Piemonte che profuma di terra buona e di storia contadina. È un territorio gentile, punteggiato da campi ordinati, cascine secolari e borghi che sembrano usciti da un quadro. Qui, la nebbia del mattino accarezza i filari e lascia il posto al sole che scalda la pianura, e l’aria ha il profumo della natura che lavora in silenzio, da secoli. È proprio in questa culla verde e generosa che nasce un prodotto raro, elegante, dalla storia lunga e nobile: l’asparago di Santena, simbolo di una cultura agricola che ancora oggi vive e resiste. Ma questo territorio sa offrire molto di più: è una terra di eccellenze gastronomiche, ma anche di bellezze da scoprire lentamente, tra una passeggiata in collina e una sosta golosa a tavola.

Asparago e non solo: cosa mangiare nella provincia di Torino

L’asparago di Santena è uno dei protagonisti assoluti della tavola primaverile piemontese. Protetto dal marchio PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale), è riconoscibile per la sua forma slanciata, il colore verde tenue e la punta leggermente violacea. Ma ciò che lo rende davvero unico è il suo sapore: delicato, dolce, con una leggera nota erbacea che conquista anche i palati più esigenti. Cresce in un’area precisa della provincia torinese — Santena, Poirino, Cambiano, Isolabella — dove il terreno sabbioso e il clima favorevole ne esaltano le caratteristiche organolettiche.

Viene servito tradizionalmente con uova sode, in risotti cremosi o gratinato al forno, ma trova spazio anche in ricette più moderne, tra finger food e piatti gourmet. Durante la Fiera dell’Asparago di Santena, in primavera, il borgo intero celebra questo tesoro verde con degustazioni, eventi e piatti della tradizione che ne esaltano le qualità.

Ma la cucina della provincia di Torino non si ferma certo qui. Poirino, ad esempio, è anche terra di frutteti rigogliosi e ortaggi freschi, mentre a Chieri non si può rinunciare a un assaggio della focaccia chierese, dolce soffice e profumato con anice e semi di finocchio. E poi ci sono i salumi artigianali, il formaggio Toma delle colline torinesi, il freisa, vino rosso dalla lunga storia, e tanti piatti tipici della tradizione piemontese, come gli agnolotti, il brasato piemontese, la bagna cauda e le celebri giardiniere fatte in casa.

Cosa vedere nei dintorni di Torino

Lasciando la città e dirigendosi verso sud-est, si apre un mondo fatto di piccoli centri storici, dimore storiche e paesaggi agresti che raccontano un Piemonte forse meno conosciuto, ma di straordinario fascino.

Santena, patria dell’asparago, merita una visita anche per la Villa Cavour, residenza estiva della famiglia di Camillo Benso conte di Cavour. Oggi è un museo che racconta la vita del grande statista e un luogo ricco di atmosfera, immerso in un parco romantico.

A pochi chilometri, Poirino si mostra con il suo centro storico raccolto, le chiese antiche e una tradizione agricola che si respira ovunque. È un punto di partenza perfetto per escursioni tra campi coltivati e cascine, soprattutto in primavera quando gli asparagi fanno capolino.

Chieri, elegante e nobile, è uno dei borghi più affascinanti della provincia: il suo centro medievale è un intreccio di vicoli e palazzi nobiliari, con la maestosa Duomo di Santa Maria della Scala, le antiche torri e i portici storici. Da sempre legata all’industria tessile, oggi è anche un vivace centro culturale.

Cambiano, poco distante, conserva un’anima più intima e rurale, con ville settecentesche e scorci inaspettati. Qui il ritmo è lento e accogliente, perfetto per chi cerca autenticità.

Infine, Isolabella, minuscola e raccolta, rappresenta la provincia nel suo lato più autentico. Campi, cascine, silenzio e genuinità. È proprio da questi luoghi discreti che spesso nascono i prodotti più sinceri.

La provincia di Torino, con i suoi borghi silenziosi e i suoi prodotti d’eccellenza, è un invito a rallentare, ad assaporare la semplicità e a riscoprire la bellezza dei territori “minori”, che poi tanto minori non sono. In un piatto di asparagi di Santena, o tra i vicoli di Chieri, c’è tutto il senso di un Piemonte che non smette mai di raccontare — a chi ha voglia di ascoltare — storie di terra, di lavoro e di sapori autentici.

 

[foto copertina@Alessandro Tortora/shutterstock/solo per uso editoriale]

Claudia Giammatteo
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