C’è un posto nel cuore dei Colli Euganei dove sembra di tornare al Medioevo, ed è la cittadina perfetta per un weekend di primavera tra storia, gusto e natura

Eugenio Amodeo  | 18 Mag 2025
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Nel cuore dei Colli Euganei, a pochi chilometri da Padova, sorge Monselice, una cittadina affascinante dove il tempo sembra essersi fermato. Le sue stradine acciottolate, i castelli e le ville nobiliari creano un’atmosfera fuori dal tempo, ideale per una gita primaverile alla scoperta di arte, natura e tradizioni venete.

Cosa vedere a Monselice

 

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Monselice è una vera perla medievale incastonata nel verde: il suo centro storico, perfettamente conservato, si sviluppa ai piedi della Rocca, un’altura che domina la pianura circostante e regala scorci panoramici mozzafiato. Da non perdere il Castello di Monselice, che ospita arredi originali, armature e ambienti ricostruiti fedelmente: un viaggio nel tempo tra sale da banchetto, cucine d’epoca e prigioni. Imperdibile è anche il Santuario delle Sette Chiesette, un percorso spirituale voluto nel Seicento da papa Paolo V e considerato “giubileo in miniatura”: sette cappelle lungo un viale alberato che culmina nella splendida Villa Duodo, affacciata su tutta la vallata. Una passeggiata lungo via del Santuario o per il Parco Buzzaccarini regala un perfetto equilibrio tra cultura e relax.

Cosa mangiare a Monselice


Il territorio attorno a Monselice è ricco di eccellenze gastronomiche, che riflettono l’identità contadina le influenze della cucina padovana e veneta. In primavera, i protagonisti della tavola sono gli asparagi bianchi di Pernumia, serviti bolliti e accompagnati da uova sode e salsa bolzanina, o come condimento per risotti delicati. Tra i primi piatti spiccano i bigoli al ragù d’anatra o con sughi di selvaggina, mentre tra i secondi non manca mai la faraona al forno con polenta o i bolliti misti serviti con le classiche salse venete. I Colli Euganei sono anche terra di vini: un calice di Fior d’Arancio DOCG o di Serprino è il miglior accompagnamento per un pranzo all’aria aperta. E per chiudere in dolcezza, non può mancare un assaggio della tradizionale fregolotta o delle crostate casalinghe ai frutti del sottobosco.

Eugenio Amodeo
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