Chi è Antonio Greco, il boss del caciocavallo che prepara formaggi in diretta tra le cime del Cilento

Marianna Di Pilla  | 19 Lug 2024
Corleto Monforte

È una terra straordinaria, il Cilento, e lo è sotto ogni punto di vista. Dagli sconfinati paesaggi naturali ai piccoli borghi adagiati tra le montagne, è un territorio tutto da esplorare, che passo dopo passo svela sempre nuovi tesori.

E tra i tesori del Cilento non si possono non considerare anche e soprattutto quelli gastronomici, che fanno di questa zona della Campania un luogo unico per gli amanti della buona tavola, della cucina autentica e di sapori genuini.

A poca distanza dai blasonati centri della Costiera Amalfitana, il Cilento è sempre pronto ad accogliere calorosamente i suoi ospiti, offrendo loro posti di indubbia bellezza e prodotti che fanno danzare le papille gustative già al primo assaggio.

Belmont Saloon, cosa mangiare

Frittelle di fiori di zucca
È nel cuore del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni che nasce uno dei gioielli gastronomici locali: il caciocavallo degli Alburni. Prodotto che verrà candidato a DOP proprio in virtù delle sue caratteristiche e dei livelli di eccellenza che è in grado di raggiungere.

E se c’è un indirizzo assolutamente da segnare in agenda per scoprirlo e degustarlo nelle sue molteplici forme, è quello del Belmont Saloon di Corleto Monforte.

Questo pittoresco paese immerso nei boschi si potrebbe quasi definire una piccola capitale del caciocavallo degli Alburni. Non stupisce, dunque, che proprio qui Antonio Greco abbia aperto ormai 25 anni fa il suo ristorante.

Da allora e ancora oggi il Belmont Saloon è tappa fissa per chi visita Corleto Monforte e gli Alburni e ha il desiderio di assaggiare la vera cucina del territorio. Di cui il caciocavallo degli Alburni è principe, accompagnato però da altre pietanze che in quanto a sapore e gusto hanno ben poco da invidiargli.

Sono tantissime le cose da assaggiare nel menù del Belmont Saloon, iniziando con delle saporite frittelle di fiori di zucca che fanno idealmente da apripista ad altre portate. Alcune delle quali anche particolarmente scenografiche. Nel bel mezzo dell’esperienza gastronomica, infatti, si potrebbe veder arrivare in tavola un’intera pagnotta di pane casereccio che al suo interno custodisce un piccolo, grande tesoro. Scavato all’interno, il pane contiene un ripieno di fagioli e peperoni cruschi (altro grande prodotto del territorio) che conquista già al primo assaggio. È importante che con il cucchiaio si scavi bene sul fondo, in modo che il pane si mescoli a quella che diventa un’autentica crema di fagioli e peperoni.

Pane, peperoni e fagioli

Sorprendente il sapore dello speciale burro derivato dalla ricotta, anch’esso prodotto da Antonio Greco, più delicato e aromatico rispetto al burro classico che tutti conosciamo e che usiamo in cucina. Utilizzato nella pasta con guanciale croccante, anche questo piatto presente nel menù, conferisce alla pietanza un gusto intenso e dolce al tempo stesso.

Belmont Saloon, come si fa il caciocavallo

Antonio Greco del Belmont Saloon
Antonio Greco del Belmont Saloon

Gli avventori, durante un pranzo o una cena al Belmon Saloon, possono inoltre assistere alla preparazione live del caciocavallo da parte del proprietario Antonio Greco, che da queste parti è giustamente noto come il boss del caciocavallo.

Nel corso della preparazione, accompagnata da esaurienti e puntuali spiegazioni su come nasce il caciocavallo degli Alburni e quali sono i passaggi che ne determinano sapore e unicità, quasi si rimane incantati dalla sua straordinaria manualità. Antonio Greco si muove con la sicurezza di un vero e proprio artigiano del caciocavallo, di cui sembra conoscere ogni dettaglio e segreto. Forte di una conoscenza e soprattutto di un saper fare che gli deriva da una lunga pratica.

Preparazione del caciocavallo degli Alburni
Preparazione del caciocavallo degli Alburni

La produzione del caciocavallo degli Alburni segue infatti metodi tradizionali tramandati da generazioni, che Antonio Greco di sicuro conosce molto bene e che sono il riflesso tangibile di pratiche agricole e pastorali del territorio. Ecco che il caciocavallo degli Alburni diventa allora testimone della ricchezza e della diversità del patrimonio agroalimentare della Campania, diventandone eccellenza di punta.

Per la sua realizzazione viene usato il latte di mucche allevate allo stato brado, che dunque si nutrono prevalentemente di erbe al pascolo. È proprio la loro alimentazione a rendere il latte di queste mucche ricco di aromi. Che si ritrovano tutti anche nel caciocavallo degli Alburni, dal sapore complesso e differente a seconda delle diverse stagionature a cui può essere sottoposto, e che che variano da 1 a 4 mesi fino a 5 o 6 anni.

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla



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