
Esistono ristoranti all’interno dei quali si supera il semplice concetto di pranzo o di cena. Si tratta dei ristoranti stellati, luoghi in cui il pasto si trasforma in un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Qui ogni piatto non è solo cibo, ma racconto e, soprattutto, ricerca di un’emozione. Dietro ogni portata si nasconde un lavoro complesso fatto di difficili tecniche di cottura, riduzioni, accostamenti audaci e preparazioni che richiedono ore. Tutto questo, però, ha un prezzo; non si può pensare di entrare in un ristorante stellato e di uscire con un conto contenuto. Quando si varcano le soglie di locali del genere si deve entrare con la consapevolezza di vivere un viaggio enogastronomico e una celebrazione del gusto che, inevitabilmente, ha un prezzo importante. In Italia, c’è un ristorante per il quale ci vogliono quasi 500 euro a persona: il tristellato Villa Crespi, dello chef Antonino Cannavacciulo.
Villa Crespi si affaccia sul suggestivo lago d’Orta, in Piemonte, a pochi passi da Orta San Giulio, uno dei borghi più romantici e pittoreschi d’Italia. L’edificio, costruito alla fine dell’Ottocento, colpisce subito per la sua architettura in stile orientale, sembra di ritrovarsi all’interno di una fiaba de “le Mille e una Notte”: torrette arabeggianti, colonne scolpite e decorazioni ispirate all’Oriente. La bellezza dell’esterno è solo il preludio a ciò che attende chi varca la soglia. Si entra in una nuova dimensione dove a regnare sovrani sono lusso, eleganza e silenzio. All’interno, tutto rispecchia la visione dello chef Cannavacciuolo: accoglienza, calore e un amore profondo per la cucina.
Il menu di Villa Crespi è un percorso che racconta la filosofia dello chef Cannavacciuolo, un continuo dialogo tra il territorio piemontese e la sua terra natale, Vico Equense. In questo ristorante ogni portata è un gioco di contrasti tra croccante e morbido, caldo e freddo. Vengono proposti 2 menu degustazione “Mettici l’Anima” (300 euro) e “Nel Nome del Gusto” (280 euro). A questi si può accostare la degustazione di vino arrivando a sfiorare quasi quota 500 euro. In entrambi i casi si parte con il “buon viaggio” dello chef, ma poi prendono due vie differenti. Tra le portate più iconiche spiccano gli “scampi nudi, infusione mediterranea alla pizzaiola con emulsione di polpo” e il “plin di agnello ai carboni, zuppa forte e gamberi rossi”. A completare l’esperienza ci sono i camerieri che sono orchestrati alla perfezione dalla moglie dello chef. Ogni piatto viene presentato con una descrizione che non è una semplice lista di ingredienti, ma una breve storia della sua creazione, mentre i sommelier abbinano etichette di altissima classe. Niente è lasciato al caso, il cliente viene coccolato. Quasi 500 euro per un pasto possono sembrare tanti. Chi varca la soglia di questo locale, però, vive un’esperienza che tocca l’anima, e probabilmente per emozioni del genere non esiste un prezzo.
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