Mandorle e zucchero: bastano due ingredienti per creare un piccolo capolavoro dalla grande dolcezza

Stefano Maria Meconi  | 01 Apr 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
Confetti di Sulmona, ph. giovanni1232 Istock.com - solo uso editoriale

Mandorle e zucchero: bastano solo due ingredienti per dare vita a un dolce che, sebbene oggi venga proposto in moltissime varianti, è uno dei più fervidi sostenitori della tradizione dolciaria italiana. Il confetto di Sulmona, che prende il nome da una delle più belle città dell’Abruzzo, è infatti il simbolo stesso dei matrimoni, dove emerge con il suo candore bianco che accompagna sia i buffet di nozze che la consegna delle immancabili bomboniere.

L’antica storia del confetto di Sulmona

Il Museo dell’arte e della tecnologia confettiera di Pelino a Sulmona

Già in alcune pergamene del XIV secolo si parla di confecteria smaltati, cofanetti la cui destinazione lascia presupporre la produzione di confetti in quel periodo, ma è verso il 1750 che la produzione dei confetti ha un notevole incremento per la maggiore disponibilità di zucchero estratto dalla barbabietola. Panfilo Serafini scrive nel 1853: “Ne abbiamo dodici fabbriche dove lavorano un quaranta confettari che danno circa 1000 libre di confetti al giorno, di specie diverse: cannellini, pistacchio, cacao, cioccolato, cedro, limone, portogallo, mandorle, fragole, menta, pallette, anisi… in generale tutte le confetture sulmonesi hanno attenersi per le migliori del Regno; e non saprei dire se tutt’ora se ne facciano nell’alta Italia che possano stare a confronto delle nostre”.

La parte più significativa della produzione del confetto di Sulmona si deve alla famiglia Pelino. Fu proprio il Cavalier Mario Pelino che, nel 1783, fondò la fabbrica di Introdacqua e ancora oggi sono i Pelino i confetti più conosciuti della città, sebbene la produzione avvenga in tantissimi luoghi con tecniche più o meno moderne. La prima fabbrica di confetti di Sulmona è divenuta, nel 1988, il Museo dell’arte e della tecnologia confettiera, dove viene spiegata la storia e la lavorazione di questo dolce abruzzese. In particolare, i Pelino producono il famoso confetto quadrifoglio, ovvero confezionato a forma di fiore con cinque petali colorati e un piccolo confetto rotondo centrale dorato a forma di pistillo.

Come nascono i confetti

Il confetto di Sulmona è un dolce apparentemente semplice ma decisamente ricco nella sua storia. Il dolce tipico ha un nucleo, detto anima, costituito da una mandorla intera (preferibilmente sbucciata) rivestita da strati di zucchero sovrapposti per successive bagnature. L’anima può essere costituita anche da altri ingredienti (cannella, cioccolato, canditi, frutta secca) rivestiti di zucchero e/o cioccolato.

In teoria, è possibile fare i confetti in casa in maniera abbastanza semplice, facendo dei cerchi di pasta di mandorla, mettendo al centro una mandorla e glassandoli con una glassa semplice che si realizza sbattendo zucchero a velo, albume e succo di limone. I confetti così ottenuti vanno poi passati in forno per 10 minuti a 60 °C per far solidificare il tutto, e raffreddati per diverse ore affinché si induriscano e assumano la forma tradizionale.

Colori dei confetti e significato

Bianco e oro: i confetti cambiano colore a seconda della celebrazione

Essendo un dolce tipico delle feste, il confetto di Sulmona ben si presta come regalo per tantissime occasioni diverse. Ognuna, però, ha il suo colore specifico:

  • Azzurro per i battesimi dei bambini maschi
  • Rosa per i battesimi delle bambine femmine
  • Bianco per i sacramenti religiosi (matrimonio, ma anche cresima e comunione)
  • Verde per il fidanzamento e la promessa
  • Rosso per la laurea
  • Argento per i 25 anni di matrimonio (nozze d’argento)
  • Oro per i 50 anni di matrimonio (nozze d’oro)
  • Nero per le occasioni luttuose

In generale, ogni anniversario di matrimonio “canonico” ha il suo colore: beige per le nozze di porcellana (15 anni), giallo per le nozze di cristallo (20 anni), acquamarina per le nozze di perla (30 anni), verde per le nozze di smeraldo (40 anni) e avorio per le nozze d’avorio (55 anni).

[foto copertina giovanni1232 Istock.com /solo uso editoriale]

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