Cosa mangiare e cosa vedere nell’unica e sola ‘Fata delle Dolomiti’, dove si produce il puzzone omonimo che è uno dei più celebri formaggi italiani

Maddalena  | 06 Nov 2024
[foto @Ihor Serdyukov, Shutterstock.com/solo uso editoriale]

Tra verdi valli e picchi innevati, nel cuore delle Dolomiti, ecco Moena, un paese talmente bello da essere chiamato “La fata delle Dolomiti”. Moena tuttavia è rinomato in tutto il mondo non solo per i suoi paesaggi straordinari e gli scenari da sogno, ma anche perché nei suoi caseifici, e solo nei caseifici di Moena e Predazzo, si produce un formaggio dal nome memorabile e dall’aroma più che inconfondibile: il Puzzone di Moena. Questo mix irresistibile di bellezza incontaminata e artigianato caseario trentino, è stato capace negli anni di attirare l’attenzione di neofiti e intenditori di tutto il mondo.

Puzzone di Moena, storia e caratteristiche

Puzzone di Moena
il Puzzone di Moena (cooperazionetrentina.it)

La produzione del Puzzone di Moena, segue un processo più che rigoroso che ne preserva la qualità e l’unicità. Realizzato con latte crudo di bovine della razza Bruna e Grigia Alpina, il suo sapore caratteristico è dovuto proprio alla loro alimentazione, costituita esclusivamente da fieno o da pascolo. La lavorazione del Puzzone di Moena inizia con due mungiture: una serale, che viene lasciata maturare, e una mattutina. Il latte viene pastorizzato a basse temperature e la cagliata viene tagliata in grani simili a chicchi di mais. Successivamente, la pasta viene pressata, tagliata e posta nelle fascere.

La stagionatura può variare dai 60 giorni agli 8 mesi. Durante questo periodo, la crosta del formaggio viene lavata con acqua e sale, consentendo a batteri anaerobi di svilupparsi e dare inizio alla fermentazione. E’ proprio a questo punto della lavorazione che si sviluppa il suo forte e inconfondibile odore, aromatico e piuttosto intenso. Sicuramente non assomiglia al Minger, formaggio scozzese considerato “il più puzzolente del mondo”, ma  anche nel Puzzone di Moena il nome stesso ci ricorda l’importanza e la rilevanza che anche in questo caso gioca questo odore particolarmente pungente. Il formaggio ha una pasta semidura, compatta ed elastica, di colore avorio tendente al paglierino, con una crosta leggermente rugosa e molto untuosa.

Rispetto ad altri formaggi italiani, il Puzzone di Moena ha origini relativamente recenti: nato come prodotto destinato all’autoconsumo, è diventato un prodotto commerciabile solo negli anni ‘70. Il suo nome originale è “Spretz Tzaori” che significa “formaggio saporito” in ladino, lingua delle valli trentine. Il Puzzone di Moena è un formaggio a Denominazione di Origine Protetta (DOP), il che significa che la sua produzione è limitata e strettamente regolamentata. Solo i formaggi prodotti secondo metodi tradizionali e con ingredienti locali infatti, possono fregiarsi di questo titolo e l’Italia vanta niente di meno che 53 tipi di formaggi riconosciuti DOP e IGP. Questo riconoscimento rende il Puzzone di Moena non solo un prodotto d’eccellenza, ma anche un simbolo nel mondo della cultura e della tradizione trentina.

Cosa vedere a Moena

Moena
Moena

Con 2000 abitanti circa, Moena è proprio un piccolo gioiello della Val di Fassa, che però richiama visitatori da tutto il mondo grazie in parte alle sue diversificate attività. Durante l’estate, il paesaggio tutto intorno è uno spettacolo di bellezza raro, mentre in inverno i gruppi dolomitici come il Sella, il Catinaccio e il Latemar si trasformano in veri e propri paradisi per gli amanti degli sport invernali. Dal 2011 Moena fa parte delle Alpine Pearls, un network di località turistiche alpine che promuovono il turismo sostenibile.

Ed è proprio in questo scenario da sogno che inserisce la produzione del Puzzone di Moena, divenuto ormai simbolo della tradizione, della cultura e della passione della gente del Trentino. La sua produzione rigorosa e le sue caratteristiche uniche e particolari, lo rendono un prodotto di altissima qualità, apprezzato sia a livello locale che internazionale. Visitare Moena e assaggiare il Puzzone, permette di entrare in contatto e conoscere profondamente i sapori autentici delle Dolomiti.

[foto copertina @Ihor Serdyukov, Shutterstock.com/solo uso editoriale]

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