Cosa mangiare in Molise, la regione che esiste, resiste e prende per la gola

Eugenio Amodeo  | 27 Lug 2025
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Il Molise è certamente una delle ragioni più sottovalutate d’Italia. Rimasto per decenni escluso dalle rotte turistiche di massa, è ben riuscito a mantenere intatta la propria identità e le proprie tradizioni, che solo negli ultimi anni hanno iniziato ad essere scoperte dagli italiani. E dunque c’è un Molise che non si limita a esistere, ma incanta chi lo attraversa con sapori decisi, paesaggi silenziosi e tradizioni che resistono ostinate al tempo. È il Molise dei tratturi, antichi percorsi della transumanza che ancora oggi raccontano storie di pastori e di stagioni, tra erba alta, aria pulita e borghi che sembrano usciti da un’altra epoca.

Un giro dei borghi molisani attraverso i prodotti tipici e le specialità


Caciocavallo Podolico

Questo itinerario ideale parte da Agnone, patria dei campanacci e del caciocavallo podolico, formaggio simbolo della regione, stagionato nelle grotte e dal sapore intenso. Da qui si scende lungo il tratturo Celano-Foggia, uno dei più noti, attraversando paesaggi dove l’unica compagnia è quella di greggi, muretti a secco e masserie. Tappa d’obbligo è Frosolone, rinomata per i coltelli artigianali ma anche per la produzione di formaggi a latte crudo, autentici gioielli gastronomici. In questo viaggio non si corre: si cammina, si ascolta, si assaggia.

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La ventricina del Vastese molisano (da non confondere con quella abruzzese), speziata e corposa, è protagonista di ogni sagra e di ogni tavola che si rispetti. A Montenero di Bisaccia, patria di questo salume, le famiglie custodiscono gelosamente ricette tramandate di generazione in generazione. Ogni fetta racconta storie di maiali allevati all’aperto, di paprica dolce e piccante mescolate a mano, di stagionature lente nelle cantine di casa. Ma il Molise che prende per la gola non si ferma qui: tra i vicoli di Campobasso si scoprono botteghe dove acquistare pane di grano antico, olio extravergine profumato e dolci come i mostaccioli o la “pezzata”, piatto a base di carne di pecora che sa di festa. In una regione che non cerca di stupire con effetti speciali, la vera meraviglia è la sua autenticità: piccole realtà produttive, accoglienza sincera, e una cucina che sa di casa. Un viaggio in Molise è un ritorno all’essenziale, dove ogni sapore ha una storia e ogni incontro lascia un ricordo.

Eugenio Amodeo
Eugenio Amodeo


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