Cosa si mangia a Lagonegro, la città di Angelina Mango

Adriano Bocci  | 11 Feb 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti

Angelina Mango ha tracciato un percorso luminoso nel cielo della musica italiana, portando con sé l’eredità di una famiglia iconica nel mondo artistico. La sua vittoria a Sanremo 2024 è sia un enorme trionfo personale che un vero evento per Lagonegro, la città che l’ha vista crescere.

Con la sua voce Angelina ha saputo conquistare un’intera nazione, dimostrando come il talento corra forte nelle vene di chi, la musica, la ha incisa sin dalla nascita. La sua storia è quella di una passione autentica per l’arte, coltivata tra i vicoli di una piccola cittadina lucana che oggi, anche grazie a lei, brilla di una nuova luce. Finita la nottata a seguire Sanremo, però, è tornata la fame: Lagonegro è una città splendida con un panorama culinario altrettanto splendido. Esploriamolo assieme.

Lagonegro e la cucina lucana: gemme da mangiare

Lagonegro

Lagonegro, incastonata nella rigogliosa regione della Basilicata, si trova a cavallo tra le verdi vette dell’Appennino Lucano al confine tra la montagna e la campagna. La cucina lucana offre cibi particolari, fatti con metodi semplici, antichi e ricchi di sapore, tanto da essere premiato dall’associazione Slow Food (più volte, oltretutto).

Troveremo ingredienti semplici e ricchi di sapore, come i funghi cardoncelli, il pane casereccio, i formaggi pecorini e cose più speciali. In particolare:

Pezzente

Salsiccia pezzente Lucana

Un salume erede di una tradizione antichissima alimentata dalla natura rigogliosa e dai maiali Nero di Lucania, racchiude l’essenza della vita rurale e delle necessità: la particolarità del pezzente sta nella sua composizione, che prevede l’uso di tagli molto poveri del maiale ma arricchieti con peperoni, finocchio selvatico, aglio e sale.

La manualità delle operazioni, da tritatura ad arricciatura, non è cambiata nel tempo. Consumato a fette col pane casereccio o come base per sughi, il pezzente è il simbolo di come nulla andava sprecato e tutto era buono. Non per questo, è un cibo celebrato da Slow Food.

Caciocavallo Podolico

Un formaggio eccezionale che proviene dal latte delle vacche Podoliche, una razza antichissima che fa poco latte e che si nutre di erbe selvatiche, fiori e arbusti. Anche qui si utilizzano metodi molto tradizionali per la creazione di questo formaggio a pasta filata, che uniti al poco latte delle vacche Podoliche fanno salire il prezzo di questo formaggio alle stelle. Anche questo è un cibo celebrato da Slow Food: per maggiori informazioni, anche sul prezzo, provate qui.

Bocconotto lucano

Bocconotto Lucano

Il bocconotto lucano è una delle delizie pasticcere tipiche della regione Basilicata, un dolce che incanta al primo assaggio grazie alla sua squisita combinazione di sapori e texture. Questa piccola opera d’arte culinaria si presenta come un guscio di pasta frolla morbida e fragrante, che racchiude un cuore goloso di crema pasticcera arricchita spesso da pezzetti di cioccolato o marmellata, a seconda delle varianti locali.

La tradizione vuole che il bocconotto sia originario delle aree interne della Basilicata, dove ogni famiglia prepara la propria versione seguendo ricette che cambiano a seconda della zona, ognuna con il proprio segreto per renderlo unico. Non è raro trovare versioni del dolce arricchite con aromi come cannella o liquore locale, che ne esaltano ulteriormente il gusto.

E voi, cosa avete mangiato a Sanremo?

Adriano Bocci
Adriano Bocci


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