Cosa vedere a Monza, tra Villa Reale e altri luoghi da non perdere

Condividi con:

Spesso vista come ancella della vicina Milano, Monza non è solo il centro nevralgico di una delle aree più produttive d’Europa, ma una realtà culturale con una storia affascinante e lunghissima, e che ha lasciato tracce fondamentali degli imperatori e dei re che l’hanno conosciuta e abitata.

Cosa vedere a Monza: Villa Reale

Progettata in poco più di tre anni (se si esclude l’allestimento dei giardini all’inglese) dall’architetto Piermarini, già protagonista della realizzazione della Reggia di Caserta insieme al Vanvitelli, la Villa Reale di Monza fu un “capriccio” di Maria Teresa d’Austria, che la volle come residenza estiva per uno dei suo figli.

Dopo gli Asburgo, a inizio Ottocento si aprì una parentesi francese, che contribuì ad un importante ampliamento dei giardini, ma dal 1815 la villa tornò nelle mani degli Asburgo che se la tennero stretta finché non subentrarono i Savoia. Furono loro che si occuparono prevalentemente degli interni, soprattutto in occasione delle nozze tra Umberto I e Margherita di Savoia, portando la Villa Reale a quella che vediamo tutt’oggi (salvo gli arredi).

La Villa Reale di Monza è aperta al pubblico e vi si accede tramite biglietto, che dà la possibilità di visitare gli Appartamenti Reali, ovvero le stanze private degli ultimi sovrani che vi hanno risieduto, la Sala da Ballo, gli Appartamenti Privati e il Belvedere all’ultimo piano, che vale la pena raggiungere per avere uno sguardo d’insieme sul Parco di Monza.

Monza oltre la Villa Reale: i Giardini Reali

Parte dell’immenso Parco di Monza, tra i più vasti in Europa per dimensione e il maggiore tra quelli dotati di conta muraria, i Giardini della Villa Reale di Monza, detti anche Giardini Reali, circondano l’omonima villa, stendendosi principalmente sul retro e sui lati volti verso nord-est.

Progettati dal Piermarini nel 1778, i Giardini Reali furono il primo giardino all’inglese di cui si ha notizia in Italia: oggi passeggiarvi nel mezzo permette di muoversi tra alberi e prati, grotte e specchi d’acqua, piccole cascate e costruzioni architettoniche. Senza dimenticare la tipica fauna del parco: cigni, tartarughe, anatre e diversi anfibi.

Cosa non perdere passeggiando ai Giardini Reali di Monza

  • il Tempietto dorico, d’ispirazione classica, con funzione di belvedere alla passeggiata che porta al laghetto
  • il Portale neogotico, da poco restaurato, vale una visita per le pregevoli decorazione a traforo e  realizzazioni in marmo
  • i Giganti Verdi, ovvero gli alberi ultrasecolari dei Giardini della Villa Reale: due querce, uno splendido esemplare di ginkgo, una sequoia americana, dal tronco rossiccio. Lungo il vialetto, seguendo la cinta muraria si incrocia il Cedro del Libano, maestoso gigante che raggiunge una circonferenza, con i suoi quattro tronchi, si oltre 7 metri

Monza oltre la Villa Reale: il Duomo

Sponstoandosi dal grande Parco urbano, dalla Villa Reale e dai Giardini, la giornata a Monza non può tralsciare l’edificio religioso più importante e prestigioso della città.

Dedicato a San Giovanni Battista, il Duomo cittadino è stato edificato tra il XIV e il XVII secolo e il suo campanile è l’edificio più alto della città.

Nata come cappella palatina, dal 1300 fu interessata ad un completo rifacimento, che vide anche l’alternarsi artisti come Arcimboldo, Legnanino, Borroni e Carloni a impreziosire la basilica nei secoli seguenti.

Recentemente riportata al suo aspetto originale, la facciata in marmo del Duomo ha recuperato una splendida bicromia che, unitamente al rosone, agli archetti pensili, alle edicole e alle guglie, dà forza e potenza all’architettura, e che insieme alla Villa Reale fanno sì che sia una delle mete più visitate da chi arriva a Monza.

Cappella di Teodolinda e Corona Ferrea

A sinistra dell’abside centrale del Duomo si apre un piccolo tesoro, ovvero la Cappella di Teodolinda, decorata a un ciclo di affreschi, degli Zavattari, che costituisce il ciclo pittorico dell’epoca tardo gotica lombarda più importante tra quelli attualmente conservati.
Le Storie di Teodolinda, questo il nome del ciclo pittorico, è composto da 45 scene che ricoprono interamente le pareti della cappella, abbracciando anche stipiti e transetto, dove si staglia la figura di san Giovanni Battista.
L’altare della Cappella custodisce uno degli oggetti più pregiati e ricchi di storia arrivato a noi oggi integro e ben conservato. Stiamo parlando della Corona Ferrea, un trionfo di oreficeria finissima composta da sei piastre d’oro, ciascuna delle quali ornata a rilievo con smalti e gemme. Un gioiello meraviglioso e al contempo una reliquia, perché contiene al suo interno un anello che si ritiene sia fatto da uno dei chiodi, trovato da sant’Elena durante un viaggio in Palestina e inserito nel diadema del figlio, l’imperatore Costantino, utilizzati per la crocifissione di Cristo.
Sebbene i più recenti studi scientifici la collochino nel periodo tardo-antico, forse appartenente agli Ostrogoti per poi passare ai re longobardi fino ai sovrani carolingi, di certo il diadema custodito nel Duomo di Monza ha mantenuto intatto nei secoli il suo forte valore simbolico, tanto da incoronare re e imperatori, tra cui Carlo Magno e Napoleone Bonaparte.

Se siete in Brianza, imperdibile una visita a Consonno la città fantasma.

 

Video di Gusto