Cozza di Scardovari

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 3 minuti

Territorio interessato alla produzione: Mare aperto con allevamenti long-line, Sacca degli Scardovari con allevamenti su pali. Comune di Porto Tolle (RO)

La storia: L’area del Delta del Po è un ambiente del tutto particolare sia dal punto di vista pedoclimatico che da quello faunistico. L’attività della pesca è sempre stata una delle più importanti per l’economia del territorio e la molluschicoltura, con l’allevamento delle vongole e delle cozze ha assunto via via importanza sempre maggiore. La miticoltura è sorta nella Sacca di Scardovari nella fine degli anni 60 e a tutt’oggi l’allevamento viene effettuato in appositi impianti. La molluschicoltura ha assunto una tale importanza in Polesine, tanto che il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, con i suoi 1500 addetti, è, in termini di occupati, la maggiore azienda nella Provincia di Rovigo. È la peculiarità dell’ambiente salmastro delle lagune del Delta del Po, a conferire alla cozza di Scardovari una qualità decisamente superiore ed un sapore particolarmente delicato. È proprio l’ottimo livello qualitativo di questi mitili che ha permesso, negli ultimi anni, di promuovere il prodotto anche in ambito Europeo dove i risultati ottenuti sono decisamente buoni. Date queste caratteristiche, lo sviluppo del settore e la necessità di tutelare il prodotto, è stata avviato l’iter per ottenere il riconoscimento del marchio D.O.P.

Descrizione del prodotto: La cozza è un mollusco ricoperto da due valve simmetriche di forma ovale allungata e di colore nero o nero violaceo all’esterno e madreperlaceo all’interno e misura una lunghezza di circa 6-8 cm.. L’animale racchiuso è turgido di colore giallo intenso nella femmina, biancastro nel maschio, odore e gusto delicati che richiamano intensamente il salmastro.

Processo di produzione: La struttura portante dei vivai di mitilicoltura è costituita da incasellatura il legno emergente dall’acqua su fondali con profondità di 3-5 m. I pali di legno sostengono travi trasversali su cui sono sospese le reste, che sono lunghe calze di rete di plastica che contengono i mitili. L’allevamento si effettua in diverse fasi. Durante la prima, che avviene in primavera, si procede alla raccolta del seme selvatico che viene confezionato nelle reste e sospeso nei parchi di allevamento. All’interno delle reste i mitili si fissano tra di loro e sulla rete, che deve più volte essere sostituita durante l’accrescimento dei molluschi per consentirne uno sviluppo ottimale. Il ciclo di allevamento dura 10-12 mesi, pertanto, durante il periodo primaverile dell’anno successivo alla messa a dimora, si procede alla raccolta del prodotto che viene sgranato, pulito e trasportato via acqua al Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, dove viene depurato, se necessario, confezionato e distribuito.

Reperibilità: La cozza di Scardovari è reperibile soprattutto in primavera ed estate presso i mercati ittici di tutta la zona polesana, ma, dato lo sviluppo che questo mollusco ha avuto è di facile reperibilità presso la maggior parte dei mercati ittici del Veneto.

Usi: La carne di questo mollusco è magra e contiene una discreta quantità di proteine e un buon apporto di ferro e vitamina A. Può essere consumata anche cruda, ma viene apprezzata soprattutto gratinata al forno o come ingrediente nelle zuppe di pesce.

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