In Italia lavorava come cameriera, ora in Australia dirige uno dei migliori ristoranti italiani. Questa la singolare storia di Isabella Greco nata in Calabria e cresciuta a Firenze, che nel 2015 ha trovato il coraggio di lasciare tutto e partire per ricostruire la sua vita da zero. Scopriamo la sua storia.
“Sono scesa dal bus, c’erano 44 gradi e mi sembrava di essere finita su un altro pianeta!” Racconta Isabella Greco al Corriere della Sera il suo arrivo a Mildura dove vive e lavora dal 2015. “Vivevo a Milano pagavo 550 euro di affitto e facevo la cameriera: lavoravo dieci ore al giorno e guadagnavo sei euro l’ora, in nero”. Ma grazie all’aiuto di uno dei fratelli è arrivata la rivoluzione. Ha deciso di partire alla volta di Melbourne. Mai scelta più azzeccata visto che dopo soli 9 anni oggi è la sommelier di uno dei ristoranti italiani più apprezzati in Australia: Stefano’s Restaurant.“Lavoro e conoscenza. Sono state queste le chiavi del mio riscatto sociale. Ma il lavoro, nella vita, non è tutto. Devo molto ai miei fratelli Carlo, Claudio e Salvatore, e agli amici Valentina, Lizhard e Salvatore: senza di loro, non ce l’avrei fatta”.
“Sono “venue manager”, ovvero direttore, e “head sommelier”: mi occupo delle prenotazioni, dello staff, dei rapporti con i fornitori e di tutto ciò che riguarda i vini. Il direttore, in un ristorante, è colui o colei che tiene unita la squadra: è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare, deve saper gestire la pressione, lo stress e ogni incidente. Il nostro è un lavoro contante di problem solving. Non puoi essere raccomandato o inventarti un curriculum di sana pianta: se non sai lavorare si vede già da come entri in sala o da come impugni un coltello”.
Esperienza iniziata quasi per caso, spinta dal bisogno di lavorare “Ero senza soldi, ho bussato al ristorante chiedendo un lavoro qualunque. Stefano mi ha dato una possibilità: è stato l’unico a farlo. E da allora mi ha sempre supportato. Il resto, però, l’ho fatto io. A Napoli avevo lavorato con Nunzio, un grande della ristorazione. Lui mi ha insegnato che la conoscenza è potere. Per questo ho studiato molto: la sala, i vini, la cucina, anche la lingua, perché un conto è saper parlare inglese per fare quattro chiacchiere, un conto è riuscire a fare gli ordini con i fornitori. Quando gli altri uscivano, io stavo a casa a studiare, perché volevo diventare la più brava. Ambivo a fare la manager. Così ho lavorato sodo e ho cercato di farmi valere. Non è stato facile, anche in quanto giovane donna: alcuni colleghi uomini, più grandi di me, non mi hanno accettata subito come direttore”.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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