DOP e IGP: i marchi di qualità del buon mangiare

Stefano Maria Meconi  | 01 Ago 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

L’importanza di riconoscere e valorizzare le produzioni di eccellenza nel campo enogastronomico è particolarmente sentita a livello nazionale e internazionale. Lo dimostra la costante lotta, per quanto riguarda il nostro Paese, al fenomeno dell’italian sounding, ovvero quei prodotti che richiamano, ma solo nel nome, le nostre bontà più riconosciute.

Basti pensare che il mercato della contraffazione vale ben 60 miliardi di euro, quasi il triplo dei ricavi che le aziende italiane ottengono vendendo sul mercato nazionale e internazionale vendendo i loro prodotti.

Anche in questo senso è importante ricordare che, a livello comunitario, esistono dei marchi di tutela volti a promuovere il rispetto delle produzioni food&wine. Sebbene i nomi varino di paese in paese, i marchi DOP (Denominazione di origine protetta) e IGP (Indicazione geografica protetta) operano in via unica e transnazionale.

Il riconoscimento di questi “bollini di qualità”, che si distinguono anche visivamente (il bollo IGP è giallo e blu, quello DOP è rosso e giallo), è dato a produttori e produzioni solo al rispetto di alcune condizioni ben specifiche.

Queste sono riportate in maniera completa nel regolamento CE 510/2006, che disciplina anche i criteri di ottenimento degli stessi. In particolar modo, l’assegnazione del riconoscimento IGP/DOP è subordinato al legame che intercorre tra un ambiente geografico determinato (regione, singole cittadine o paesi) e il prodotto tipico. Nel caso della Denominazione di origine protetta è necessario che il processo produttivo segua un disciplinare, ovvero una serie di regole codificate che non possono essere in ogni caso evitate pena il mancato riconoscimento della qualità.

Queste includono, a titolo puramente esemplificativo: la scelta e la provenienza degli ingredienti di base; la lavorazione della materia prima all’atto di trasformazione; la conservazione e l’eventuale stagionatura.

Generalmente spetta alle associazioni ovvero ai Consorzi di tutela (forme giuridiche regolarmente riconosciute sul territorio nazionale) la presentazione della domanda di registrazione al marchio IGP o DOP. A verificare il rispetto dei requisiti sono gli stati membri dell’Unione Europea che, in caso favorevole, trasmettono alla Commissione Europea le proprie osservazioni al fine di ottenere l’ufficializzazione del marchio.

Proprio in questo senso opera FICO Eataly World, il parco del cibo che da qualche anno sorge alle porte di Bologna. Qui, seguendo la falsariga del progetto commerciale e culturale Eataly si sta sviluppando una cultura della conoscenza e della promozione delle eccellenze territoriali che vede il coinvolgimento di tutte le regioni italiane e dei produttori in progetti, iniziative ed eventi tematici.

In questo senso è sicuramente interessante il programma di Identità d’Origine DOP e IGP, l’evento che si terrà dal 30 agosto al 1° settembre 2019 proprio a FICO Eataly World. Una tre giorni dedicata alle eccellenze italiane che si ripropone di promuovere la conoscenza tecnica e gastronomica dei migliori prodotti del Bel Paese. Il programma vedrà il susseguirsi di incontri tecnici, tour di degustazione, rassegne mercato, produzioni dimostrative e tanto altro ancora.

Per maggiori informazioni si può consultare la scheda evento sul sito di FICO Eataly World.

Stefano Maria Meconi
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