
Parmigiano, prosciutto, culatello e chi più ne ha, più ne metta. Tutto qui parla di cucina e buon cibo: non è un caso se qui nasce Alma, la celebre accademia che forma i gradi chef del futuro. Una città accogliente, con un ricco palcoscenico di luoghi d’autore, dal Teatro Regio che ospita la stagione lirica e il Festival Verdi al palazzo della Pilotta, luogo di riferimento per i giovani e gli studenti della zona. C’è poi il Teatro Farnese che risale al 1618 ed è il primo esempio di teatro moderno, ma merita una visita anche il Duomo, capolavoro in stile romanico padano e il Battistero ottagonale edificio simbolo della città. L’avete sicuramente già capito: stiamo parlando di Parma, capitale italiana del buon mangiare e non a caso proclamata Città Creativa UNESCO per la gastronomia in Italia. Per scoprire i migliori sapori della città simbolo e fulcro della Food Valley italiana, andiamo a raccontare i 5 indirizzi top dove mangiare a Parma. Non avete già l’acquolina in bocca?
Siamo in una frazione di Parma poco lontana dal centro, Ingredienti di qualità e tanta competenza portano sul piatto un prodotto eccellente. Tortelli alle erbette, torta fritta con salumi, di piccoli produttori locali, tortelli di ciliegia e un golosissimo carrello con il gelato con tantissimi topping tra i quali scegliere. Il locale risale al 1920 ma la nuova gestione nasce nel 2005. Cliente illustre di quest’insegna era Gualtiero Marchesi.
Ci troviamo a due passi del Duomo di Parma, vicino agli Orti di San Giovanni. Sono giovani i ragazzi dietro questo progetto, proprio con il loro piglio fresco riescono a proporre piatti della tradizione in chiave contemporanea. Qui potete assaggiare piatti della tradizione come un ottimo prosciutto stagionato 30 mesi con ingredienti innovativi come le pappardelle al cinghiale con prugne, le lumache con i funghi shiitake e i ceci con ‘nduja.
Storia e tradizione si respirano in questo locale aperto dal 1925 con il nome di Osteria Cocchi. Assaggiate gli ottimi affettati accompagnati con la torta fritta, un’antipasto perfetto per iniziare con il piede giusto la vostra esperienza. Poi si prosegue con il tris di tortelli, il savarin di riso e gli anolini in brodo, poi ancora i bolliti con le salse sono tutti da provare. Chiudete il pasto con la torta Duchessa, speciale.
“Abbiamo imparato a conoscere le cotture a microonde, a bassa temperatura e a induzione magnetica. Ma ci siamo forse dimenticati il valore del fuoco, che scaldava la stufa economica nelle vecchie case di campagna.”Queste le parole che possiamo leggere sul sito di Brisla, ovvero briciola in dialetto, piatti naturali, “cucinati con cura e serviti con domestica cordialità”. Questa trattoria è stata inserita tra le migliori nella guida del Gambero Rosso ed ha un legame stretto con il territorio.
Qui dal 1990, in un’antica residenza del’900, si servono piatti degni della tradizione del luogo. Tosone fritto, i tortelli intrecciati di tarassaco, lasagne ai tre ragù, la trippa alla parmigiana: questi alcuni piatti forti nel menu. Ma la vera esperienza da provare in questa particolare Osteria è la Salumoterapia. Si avete letto bene una terapia per bongustai che si basa sulle conoscenze norcine della zona. Come si legge sul sito: “La salumoterapia si svolge secondo un preciso rituale, che nelle varie fasi interesserà vista, olfatto e gusto. Come per i vini infatti, è necessario prima conoscere bene i prodotti che vengono presentati, scoprirne l’aspetto e i profumi, per poi passare all’assaggio vero e proprio.”
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