Dove mangiare in Alta Badia, alla scoperta di ricette tipiche tradizionali

Marianna Notti  | 07 Dic 2023
La tradizionale frittella di mele o kaiserschmarrn, tipica dell'Alta Badia (fonte: www.facebook.com/altabadia.org)

Nel cuore delle Dolomiti, l’Alta Badia è un luogo magico, dove la natura ha ancora una connotazione selvaggia e dove la cultura ladina si intreccia con la modernità. Qui vi attendono distese incontaminate, boschi, maestose montagne, da godere in ogni stagione dell’anno. Corvara, Colfosco, La Villa, San Cassiano, Badia e La Val sono i paesi che fanno parte di questo comprensorio. L’offerta gastronomica del territorio è eccellente, tra prodotti tipici e ricette tradizionali della cucina ladina. Una cucina di origini semplici e contadine, imperniata su pochi ingredienti, quelli sempre disponibili in quest’area.

1 Dai canederli alla minestra d’orzo: i primi piatti dell’Alta Badia

La minestra d’orzo è tra le zuppe più popolari. Molto sostanziosa, contiene orzo, verdure e carne, tipicamente speck o stinco di maiale affumicato. I canederli, detti anche bales de cioce, sono invece i tradizionali gnocchi di pane raffermo, preparati in tante varianti e consumati non solo come primo piatto, ma anche come antipasto e contorno e persino in versione dolce. I più noti sono quelli allo speck, serviti in brodo o accompagnati da gulash o crauti, o insaporiti da burro fuso. I cajincí te ega, infine, sono deliziose mezzelune di pasta, ripiene di spinaci e condite con burro e formaggio.

I canederli sono una delle preparazioni più amate dell'Alta Badia (fonte: www.facebook.com/altabadia.org)
I canederli sono una delle preparazioni più amate dell’Alta Badia (fonte: www.facebook.com/altabadia.org)

2 Tutres e cajincí: golosità ripiene

Le tutres sono una sorta di frittelle ripiene. La pasta si prepara con farina di segale e bianca, uova e burro fuso. Il ripieno può essere a base di crauti oppure di spinaci e ricotta. Perfetto accompagnamento per la zuppa d’orzo, le tutres sono una specialità delle feste paesane, insomma, un vero e proprio street food locale. I cajincí arestis sono, invece, dei bomboloni di patate fritti; come le tutres possono essere farciti con ripieno di spinaci e ricotta, oppure con una farcia a base di semi di papavero macinati, cotti in acqua, addolciti con miele e bagnati con rum.

Ecco come si preparano le tutres, le frittelle ripiene di ricotta e spinaci tipiche dell'Alta Badia (fonte: www.facebook.com/altabadia.org)
Ecco come si preparano le tutres, le frittelle ripiene di ricotta e spinaci tipiche dell’Alta Badia (fonte: www.facebook.com/altabadia.org)

3 Golosità dolci e salate: gröstl e kaisershmarrn

Il gröstl, infine, è un delizioso piatto, simbolo di una cucina povera e di recupero. Patate, carne, cipolle, uova e speck sono gli ingredienti tradizionali di questo piatto, che vanno rosolati insieme fino a quando non diventano un insieme gustoso e croccante. Tra i dolci, il kaiserschmarrn è una sorta di frittata dolce a base di farina, latte, uova e mele tagliate sottili, servita con una spolverata di zucchero al velo.

4 Ütia, i rifugi dell’Alta Badia, tra cucina tradizionale e gourmet

La cucina ladina è protagonista nei numerosi ristoranti e, soprattutto, nei rifugi (ütia), dove mangiare ammirando il meraviglioso paesaggio, completamente immersi nella natura. Qui si servono i piatti della tradizione e prodotti tipici del territorio, a partire dagli appetitosi taglieri di salumi e formaggi, per arrivare a zuppe, polenta, carne, crauti e un’ampia scelta di dolci e torte, rigorosamente home made. La tradizione, però, va a braccetto con la ricerca e lo studio di piatti sempre nuovi, che partono dai prodotti tipici del territorio, per offrire esperienze che potremmo definire gourmet.

I luoghi d'elezione per gustare la cucina dell'Alta Badia sono gli ütia, i rifugi (fonte: www.facebook.com/altabadia.org)
I luoghi d’elezione per gustare la cucina dell’Alta Badia sono gli ütia, i rifugi (fonte: www.facebook.com/altabadia.org)

5 Sciare con gusto: alla scoperta dei rifugi dell’Alta Badia

Da dieci anni a questa parte, molti di questi rifugi danno origine a una rassegna gastronomica golosa e interessante: si tratta di “Sciare con gusto”. L’idea si basa su una sorta di gemellaggio tra le cucine dei rifugi e la creatività di rinomati chef stellati. Questi ultimi creano piatti ispirati al territorio montano, che gli ütia servono per tutta la durata della stagione. Quest’anno il fil rouge è la spontaneità, tema proposto da Massimiliano Alajmo, e l’offerta è fatta di piatti ispirati all’autenticità del territorio, imperniati su ingredienti semplici e autentici, un inno alla sobrietà, in perfetta sintonia con l’ambiente alpino.

6 Un’iniziativa dai risvolti benefici

L’iniziativa, come ogni anno, ha anche un valore sociale. Parte del ricavato sarà devoluto a La Miglior vita possibile, un’associazione che sostiene le cure palliative pediatriche. Obiettivo: contribuire alla realizzazione di un hospise pediatrico per il Triveneto. Inoltre, chi ordinerà il piatto “Sciare con Gusto” riceverà in omaggio una scatola di squisite caramelle di cioccolato, realizzate da Crispo insieme agli chef e pasticceri Massimiliano Alajmo, Corrado Assenza, Luigi Biasetto, Luca Cantarin, Leonardo Di Carlo, Ezio Marinato e Luca Rasi. Come ogni anno la preparazione della scatola è stata affidata ai giovani con disturbi dello spettro autistico della cooperativa Habile.

Marianna Notti
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