È famosa per essere la città della D: cosa vedere e cosa mangiare nella piccola capitale dei sapori tra le Alpi del Piemonte

Chi non ha sentito parlare di lei almeno una volta nel celebre alfabeto fonetico italiano come la città della D? Domodossola non è solo una cittadina dal nome affascinante, ma un vero scrigno incastonato tra le montagne del Piemonte, a due passi dalla Svizzera.

È una porta sulle Alpi, una piccola perla alpina dove natura, storia e sapori si incontrano e una città viva e autentica che affonda le sue radici in una storia antica e in una cultura contadina fatta di sapori robusti e ospitalità sincera.

Se cerchi un luogo dove staccare la spina, mangiare bene e camminare tra valli incontaminate, Domodossola è la meta perfetta.

Domodossola è uno di quei luoghi che non ti aspetti. Non è una metropoli, non è una località di moda, ma ha tutto quello che serve per regalarti emozioni autentiche. Un centro storico affascinante, panorami mozzafiato, una cucina che scalda il cuore e persone che ti accolgono con un sorriso sincero.

È la meta perfetta per un weekend slow, un trekking tra i boschi, una vacanza enogastronomica, o semplicemente per respirare aria buona e riscoprire la bellezza delle cose semplici.

In fondo, Domodossola è questo: una bellezza discreta che ti entra dentro, passo dopo passo, morso dopo morso.

Il centro storico: un tuffo nel passato

Domodossola

Il cuore pulsante di Domodossola è il suo centro storico medievale, perfettamente conservato. Piazza del Mercato è il punto di partenza ideale: portici in pietra, palazzi con affreschi, balconi fioriti e botteghe artigiane danno vita a un’atmosfera fuori dal tempo. Da qui puoi perderti tra i vicoli lastricati, dove ogni angolo ha una storia da raccontare.

Tra le tappe da non perdere c’è la Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, con la sua facciata romanica e l’interno barocco, e il Palazzo Silva, oggi museo civico, che custodisce arredi d’epoca, armi, reperti archeologici e perfino una mummia egizia.

E poi c’è il Teatro Galletti, gioiello ottocentesco ancora attivo, e le tante piccole librerie e gallerie d’arte che animano la città con eventi e mostre.

A pochi minuti a piedi dal centro si trova il Sacro Monte Calvario, uno dei luoghi più suggestivi del territorio. Patrimonio UNESCO, è un percorso spirituale e paesaggistico composto da una serie di cappelle affrescate che conducono fino al santuario posto in cima al colle Mattarella. Da lì, il panorama sulla città e sulle valli circostanti è semplicemente spettacolare.

Il percorso è adatto a tutti e offre una perfetta combinazione di arte, silenzio e natura. Ideale per una passeggiata rigenerante, soprattutto in primavera e autunno.

I sapori dell’Ossola: cosa mangiare a Domodossola

Una delle esperienze imperdibili a Domodossola è senza dubbio la cucina. Qui i piatti raccontano la storia della montagna, della fatica nei campi, della necessità di conservare, valorizzare e condividere.

Uno dei protagonisti assoluti è il Bettelmatt, un formaggio d’alpeggio raro e pregiato, prodotto solo in pochi alpeggi tra la Val Formazza e la Val Divedro. Ha un sapore intenso, erbaceo, con note di latte crudo che lo rendono unico. Puoi gustarlo da solo, con un filo di miele, oppure in piatti caldi come la polenta o i gnocchi.

I gnocchi ossolani sono un’altra specialità: spesso fatti con farina di castagne o di segale, sono conditi con burro d’alpe, formaggio fuso e talvolta erbe di montagna. Comfort food perfetto dopo una giornata di cammino.

E poi c’è la polenta concia, arricchita con formaggi locali e burro, oppure accompagnata da salsiccia, funghi o brasati. Semplice e genuina, ma capace di riscaldare anima e stomaco.

Tra i salumi spicca la bondiola ossolana, un insaccato speziato e saporito, spesso servito con pane nero e un bicchiere di vino rosso della zona.

Per gli amanti del dolce, imperdibili sono la torta di pane (un dolce povero a base di pane raffermo, latte, uvetta e spezie) e i biscotti ossolani alle nocciole o con farina di mais.

[foto copertina @Thomas Stoiber/Shutterstock.com/solo uso editoriale]