È un piccolo comune in provincia di Cosenza che, grazie alla sua bellezza, ha saputo conquistare sia la bandiera Arancione del Touring Club, sia entrare tra i Borghi più belli d’Italia. Morano Calabro è uno di quei borghi italiani che sembrano usciti dalle pagine di un libro delle fiabe, bello da non credere che possa essere vero.
Sono tante le cose da vedere a Morano Calabro, e altrettante le cose buone da mangiare. In questo viaggio scopriamo insieme quali sono i luoghi da visitare ma soprattutto quali prelibatezze regala ai suoi ospiti!
Prima di fare un piccolo itinerario alla scoperta delle bellezze del borgo, vogliamo svelare una curiosità sul suo nome. Morano Calabro deriverebbe da Muranum, un borgo di origine romana di etimologia incerta. C’è chi invece attribuisce il nome ai gelsi mori di cui all’epoca il territorio abbondava. Altri ancora lo fanno risalire a méruma, in greco “cumulo”, questo perché gli edifici sembrano ammonticchiati.
Morano Calabro è un paese incredibilmente pittoresco, che ha mantenuto molte delle sue caratteristiche medievali, con edifici storici e un assetto urbano che riflette il suo passato. Il centro storico, arroccato su una collina, è un labirinto di vicoli, archi e case in pietra che tutti insieme offrono uno spaccato della vita di un tempo.
Uno dei monumenti più importanti di Morano Calabro è il castello, che domina il paese dall’alto della collina. Costruito nel IX secolo dai Normanni e successivamente ampliato dagli Svevi, il castello offre una vista spettacolare sulla valle del fiume Coscile e sulle montagne circostanti. Sebbene oggi il castello sia in rovina, le sue torri e mura rimaste raccontano ancora storie di un passato glorioso e battaglie medievali.
La Collegiata di San Pietro e Paolo è la chiesa principale di Morano Calabro e uno degli edifici religiosi più importanti del borgo. Costruita nel XII secolo, la chiesa presenta una facciata barocca e un interno riccamente decorato con affreschi, stucchi e opere d’arte sacra. Tra le opere più preziose, spicca un trittico marmoreo del 1523 attribuito a Bartolomeo Vivarini.
Un’altra chiesa di grande interesse è la Chiesa di Santa Maria Maddalena, situata nel centro storico. Questa chiesa risale al XIII secolo e presenta una facciata gotica con un imponente rosone. L’interno è decorato con affreschi e sculture, tra cui una statua lignea della Maddalena risalente al XVI secolo.
Situato all’interno del Parco Nazionale del Pollino, una delle aree protette più grandi d’Italia, Morano Calabro è anche un ideale punto di partenza per escursioni, trekking e attività all’aria aperta. I sentieri del parco conducono attraverso paesaggi mozzafiato, foreste di faggi e pini loricati, e offrono la possibilità di avvistare fauna selvatica come lupi, cervi e aquile reali.
Siamo ai piedi del Pollino, Il Parco Nazionale che si estende su 192.565,00 ettari ed è posto a cavallo tra due regioni, la Basilicata e la Calabria, e non mancano di certo i prodotti tipici tra funghi, formaggi e salumi e tutti quei prodotti tipici nella zona della Calabria settentrionale. Molti i tipi di pasta, ancora realizzata a mano come una volta come i cavateddri, simili agli gnocchi, i rascateddri, maccheroni conditi con sugo di salsiccia, e infine le lagane, una sorta di tagliolini conditi con fagioli o ceci. Anche se il mare è distante uno dei piatti tipici è lo stoccu e patati mbilacchiate e cancareddri cruschi, , ovvero lo stoccafisso con le patate e peeroni secchi, una vera delizia. Siamo in Calabria e non possono mancare gli insaccati conditi con peperoncino e i formaggi: questi i due prodotti punta quasi in tutta la Calabria, grazie alla qualità della carne e del latte, qui in zona specialmente di pecora. Impossibile non assaggiare il pecorino di Morano.
Caseifici, allevamenti di bovini e suini e produzione di latticini caratterizzano la zona con prodotti come il Moretto del Pollino, il caciocavallo disponibile sia stagionato sia affumicato, il canestrato, il burrino, un formaggio molto particolare che al suo interno contiene del burro, le ricotte e le mozzarelle. Non solo latticini ma anche i salumi come il capocollo, il prosciutto crudo, il filetto, la salsiccia e l’immancabile soppressata. Tra i dolci tipici, nel periodo di natale, i cannaritoli o cannarituli, dei piccoli cannoli ricoperti di miele.
Una ricetta deliziosa che vi farà apprezzare il sapore intenso dei funghi porcini uniti a una pasta grezza fatta in casa capace di assorbire in modo perfetto il sugo.
Preparare questa pasta è facile, dovete pulire i funghi delicatamente e spadellarli con aglio e olio. Una volta cotti con l’aiuto di un po’ d’acqua, la salsa per la pasta è pronta.
Aggiungete poi alla salsa i cavatelli cotti al dente e fate mantecare con la salsa, potete finire il piatto con prezzemolo tritato finemente e un po’ di peperoncino calabro (che non guasta mai!).
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