Siamo a Rofrano, un piccolissimo borgo nascosto a circa 800 metri di altezza nel cuore del Parco del Cilento e del Vallo di Diano (che regala anche delle patate speciali e un cacioricotta sensazionale). E siamo arrivati fin qui per raccontarti uno di quei prodotti piccoli piccoli ma che fanno grande l’Italia della gastronomia.
Nel borgo di Rofrano la storia si intreccia con la spiritualità e la natura ed è qui, accarezzati dal vento salmastro del Golfo di Policastro, che si può percepire il perfetto equilibrio con cui queste diverse anime convivono in armonia. Tra le mura dell’Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata fondata nel 1004 da San Nilo, si respira tutta l’atmosfera del passato, al tempo in cui questo è un fiorente centro di cultura e fede che vede monaci amanuensi trascrivere antichi codici su pergamene pregiate.
Poco distante troviamo la Chiesa di San Nicola di Mira, che conserva un bellissimo coro ligneo del 1739 e raffinatissime opere pittoriche di scuola napoletana. Rofrano è anche rinomato per il suo delizioso Museo Civico Archeologico, che custodisce preziose testimonianze archeologiche, che vanno dalle ceramiche neolitiche alle armi dell’età del ferro. Un viaggio a Rofrano è davvero un’immersione nel tempo e nei sapori di una tradizione che è ancora viva nella quotidianità del borgo, e il simbolo indiscusso di questa tradizione è sicuramente il rinomato pomodoro di Rofrano.
Pomodoro di Rofrano, cosa sapere
Hai mai sentito parlare del pomodorino di Rofrano? A guardarlo sembrerebbe molto simile al celeberrimo San Marzano che si produce non distante da qui, eppure rispetto al suo illustre vicino ha conosciuto una fama di molto inferiore. Che non gli ha però impedito di essere recuperato e nuovamente apprezzato in cucina.
Il pomodoro di Rofrano si produce prevalentemente nelle aree agricole del comune di Rofrano (in provincia di Salerno) e dei comuni vicini. Presenta una pianta a sviluppo indeterminato a portamento eretto, con altezza della pianta di 130 cm. La bacca è del tipo San Marzano, di colore rosato a maturazione, con mucrone terminale. Il colletto verde ricopre quasi la metà del frutto, che ha buona consistenza. Colore del mesocarpo rosso.
La sua coltivazione segue metodiche classiche del pomodoro indeterminato con tutori di castagno o di mais. Tutte le fasi di coltivazione, dal trapianto alla raccolta, sono manuali. Si conserva in locali areati ed asciutti o in cassettini o come piennolo fino ad aprile dell’anno successivo.
Pomodoro di Rofrano, storia
La varietà nota come pomodoro di Rofrano viene utilizzata negli orti familiari dell’area di provenienza da almeno due generazioni, con metodiche rimaste pressoché invariate nel tempo. È stato riscoperto da alcuni chef di tendenza in quanto si è rivelato ottimo in cucina soprattutto se utilizzato per pietanze a base di pesce.
Tra le città umbre più vive e meno raccontate, Foligno è un piccolo scrigno di ...
Quando parliamo di savoiardi, l’immaginazione corre subito alla consistenza ...
Immersa nel cuore del Canavese, tra colline, laghi e fiumi, Ivrea è una delle ...
Chi ama fare gite per riscoprire la quiete della vita di campagna e desidera ...
©
2025 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur