Pur essendo un piatto tipico della cucina romana, l’amatriciana in realtà nasce ad Amatrice, piccolo comune in provincia di Rieti, tristemente noto per il terremoto che lo colpì nel 2016.
Non ci sono fonti certe sull’origine della ricetta dell’amatriciana, ma pare che risalga al 1870 e sia il frutto della creatività culinaria di Anna De Angelis, che ne preparò una primissima versione per i viaggiatori che arrivavano in paese. Il piatto fu subito un successo, dapprima locale, che giunse poi fino alla capitale, pare grazie ai pastori che praticavano la transumanza. Altre fonti, invece, fanno risalire la ricetta dell’amatriciana alla fine del 1600 e la considerano un’evoluzione della gricìa, ottenuta aggiungendo il pomodoro. Sta di fatto, che la prima ricetta scritta dell’amatriciana è contenuta in un testo di cucina scritto dal cuoco Francesco Leonardi, che la servì ai commensali di Papa Pio VI nel 1816.
Crediti foto: https://www.daenzoal29.com/it/roman-cuisine
Nel 2015 il comune di Amatrice ha predisposto un disciplinare di produzione De.Co. (Denominazione Comunale), per l’amatriciana nelle sue versioni bianca e rossa. Pochi anni dopo, nel 2020, la ricetta ha ottenuto anche il riconoscimento europeo Stg (Specialità Tradizionale Garantita). Il disciplinare per la preparazione dell’amatriciana prevede che il sugo sia preparato con guanciale di Amatrice De.Co., vino bianco secco, pomodoro San Marzano, pecorino di Amatrice De.Co. (che si produce sui Monti Sibillini e sui Monti della Laga), olio extravergine d’oliva, peperoncino fresco o essiccato, sale e pepe. Niente aglio e cipolla, dunque, anche se alcuni manuali di cucina romana ne ammettono la presenza.
Un succulento piatto di spaghetti all’amatriciana
Il formato di pasta della ricetta Stg sono gli spaghetti, tanto che Amatrice è nota anche come “città degli spaghetti all’amatriciana”. A Roma, tuttavia, il formato di pasta per eccellenza di questo piatto goloso sono i bucatini, a volte sostituiti da rigatoni o tonnarelli. I cuochi romani si sono concessi altre licenze rispetto alla ricetta originale: l’uso di aglio e cipolla, in particolare nell’area della Ciociaria, il pepe nero al posto del peperoncino e il pecorino romano al posto di quello di Amatrice.
Nel 2008, la Repubblica Italiana ha emesso un francobollo, policromo e dentellato, del valore di 0,60 euro, dedicato agli ingredienti degli spaghetti all’amatriciana e città di Amatrice.
Nel 2019, il New York Times, prestigioso giornale statunitense, ha dedicato all’amatriciana un bellissimo articolo, scritto da Stephen S. Sala: un viaggio del gusto tra le mille varianti di questa ricetta.
Tasteatlas, l’atlante che raccoglie i migliori cibi del mondo, ha inserito l’amatriciana tra i 100 piatti più apprezzati a livello globale. Nella top100 ci sono ben 13 ricette italiane, tra le quali, appunto, l’amatriciana.
Si intitola “La Matriciana Mia” il componimento in versi che il noto attore ha dedicato a questo delizioso piatto che chiosa: “E ammalapena er sugo fa l’occhietti, assieme a pecorino e parmigiano, conditece de prescia li spaghetti”.
Citata in molte pellicole, l’amatriciana è protagonista della celebre scena all’aeroporto nel film “Un tassinaro a New York”. Alberto Sordi cerca di spiegare a un attonito doganiere la ragione per cui la sua valigia è piena di prodotti alimentari: servono “to make a good sauce all’amatriciana”.
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