È in Puglia e la chiamano la ‘Porta d’Oriente’: cosa vedere e cosa mangiare in una cittadina sul mare tra le più belle dove andare per un weekend al sapore d’estate

Claudia Giammatteo  | 29 Mar 2025
Otranto

C’è un punto preciso della Puglia dove l’Italia si affaccia, timida e fiera insieme, verso l’inizio del mondo. È un luogo dove la luce cambia colore, dove il mare sembra raccontare storie antiche, e dove ogni vicolo profuma di mare e di spezie: stiamo parlando di Otranto, che non è solo una cittadina sulla costa adriatica, ma  un crocevia di culture, un mosaico di storia e bellezza, un piccolo gioiello che ogni estate si veste d’oro e d’azzurro. Camminare tra le sue mura antiche è un po’ come sfogliare un libro scritto con l’inchiostro del vento e della salsedine.

E quando arriva il tramonto, con il sole che si nasconde dietro la cattedrale, Otranto sembra sospesa, magica, come se aspettasse da secoli proprio il tuo sguardo. Scopriamo cosa vedere e cosa mangiare per deliziare il palato con le specialità del Salento.

Perché Otranto è famosa come la “Porta d’Oriente”?

La chiamano così, la Porta d’Oriente, perché Otranto è il punto più a est d’Italia. È la prima a salutare il sole ogni mattina, e la sua storia è fatta di incontri tra civiltà: greci, bizantini, turchi, normanni.

Qui, le rotte del Mediterraneo si intrecciavano in tempi antichi, portando mercanti, pellegrini e marinai da una sponda all’altra. Il suo porto, per secoli, è stato finestra aperta sull’Oriente, non solo in senso geografico ma anche culturale. Basta guardare i mosaici della Cattedrale di Santa Maria Annunziata: un tappeto di immagini sacre e simboliche che sembrano uscite da un’antica fiaba orientale. O ancora, l’imponente Castello Aragonese, testimone di assedi e difese, che racconta la lunga lotta della città per resistere agli attacchi dell’Impero Ottomano. Otranto è la Porta d’Oriente perché da sempre guarda lontano, e accoglie chi viene da lontano.

Mosaici e delizie: ecco cosa vedere e mangiare a Otranto

Il cuore pulsante di Otranto è il suo centro storico, un intreccio di viuzze lastricate che si arrampicano tra case bianche, botteghe artigiane e scorci sul mare. Non si può perdere la visita alla Cattedrale di Santa Maria Annunziata con il suo celebre mosaico pavimentale: un capolavoro del XII secolo che racconta l’epopea dell’uomo attraverso simboli religiosi, figure mitologiche e creature fantastiche, dominato dall’enigmatico Albero della Vita. Nella cripta, tra 42 colonne una diversa dall’altra, si respira un’atmosfera sospesa, quasi mistica. A pochi passi, il Castello Aragonese si erge come un guardiano silenzioso sul mare: bastioni, cunicoli segreti e panorami mozzafiato rendono la visita un viaggio nel tempo, tra difese militari e leggende di assedi eroici.

Passeggiando lungo il Lungomare degli Eroi, si può sentire il respiro del mare che accarezza le mura antiche. Qui, ogni scorcio è una cartolina, ogni tramonto un dipinto. Non mancano piccole botteghe di ceramiche, locali con musica dal vivo e terrazze affacciate sull’acqua dove fermarsi per un aperitivo salentino.

Ma Otranto si scopre anche a tavola, e lo fa con le specialità tipiche del Salento. Le friselle, croccanti e intrise di sapori mediterranei, sono solo l’inizio. Le orecchiette fatte a mano, servite con le cime di rapa, oppure condite con il sugo di carne e una spolverata di cacioricotta, raccontano storie di nonne e tradizioni contadine. Il pesce è protagonista indiscusso: dai polipetti alla pignata cotti lentamente nel coccio, alle grigliate di scorfano, orata e seppie appena pescate. Nei vicoli del centro, è facile imbattersi in piccoli ristoranti a conduzione familiare dove ogni piatto è preparato con amore e con ingredienti del territorio.

Per chiudere in dolcezza, il pasticciotto leccese qui si gusta anche caldo, appena sfornato, con la crema pasticcera che profuma di vaniglia e limone. E da accompagnare? Un bicchiere di Negroamaro o un fresco rosato del Salento, perfetti per brindare al mare, alla bellezza e a quel senso di libertà che solo Otranto sa regalare.

Claudia Giammatteo
Claudia Giammatteo


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