Situata nel Golfo di Napoli, è la più piccola delle isole Flegree. Ciò che manca in dimensioni, Procida lo compensa però con il suo fascino pittoresco, le sue case colorate e una ricca storia che affonda le radici nell’antichità.
Questo incantevole gioiello, meno conosciuto delle sue vicine Capri e Ischia, offre un’esperienza autentica e rilassante, perfetta per chi desidera immergersi nella bellezza e nelle tradizioni del sud Italia.
Cosa vedere a Procida
Procida vanta una storia millenaria, con testimonianze di insediamenti risalenti all’epoca micenea e greca. Durante il periodo romano, l’isola divenne un rifugio per le famiglie nobili e un luogo di villeggiatura. La sua storia è stata segnata da numerosi eventi, inclusi saccheggi e dominazioni straniere. Che non ne hanno minimamente intaccato l’essenza e l’autenticità.
Il punto più alto e storico di Procida è Terra Murata, un borgo fortificato che offre viste spettacolari sul mare e sui dintorni. Questo antico insediamento, circondato da mura, ospita il Palazzo d’Avalos, un ex carcere borbonico, e l’Abbazia di San Michele Arcangelo. La passeggiata fino a Terra Murata è un viaggio attraverso stretti vicoli, scalinate e archi che raccontano storie di tempi passati.
Costruito nel XVI secolo, il Palazzo d’Avalos fu in origine una residenza nobiliare prima di essere trasformato in un carcere durante il periodo borbonico. Oggi il palazzo è visitabile e offre un affascinante sguardo sulla storia dell’isola. Le sue mura possenti e gli interni austere sono testimonianze di un passato complesso e interessante.
Situata a Terra Murata, l’Abbazia di San Michele Arcangelo è un luogo di grande valore spirituale e storico per Procida. Fondata nell’XI secolo, l’abbazia è famosa per la sua collezione di opere d’arte sacra, affreschi e una biblioteca antica. La vista dal piazzale dell’abbazia è semplicemente mozzafiato, abbracciando l’intero Golfo di Napoli.
La spiaggia di Chiaiolella è la più grande e frequentata dell’isola. Con la sua sabbia fine e le acque cristalline, è un luogo ideale per rilassarsi e godersi il sole.
Riserva naturale collegata a Procida da un ponte pedonale, Vivara è un altro dei luoghi assolutamente da non perdere sull’iisola. Ricca di flora e fauna mediterranea, è un paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching.
Cosa mangiare a Procida
Marina di Corricella è forse il luogo più iconico di Procida, famoso per le sue case color pastello che si affacciano sul mare. Questo pittoresco villaggio di pescatori, con i suoi ristoranti sul mare e le barche ancorate, offre un’atmosfera autentica e rilassante.
È il luogo perfetto per una passeggiata serale e per gustare le specialità dell’isola a base di pesce fresco e non solo.
Procida è famosa per i suoi limoni profumati, da cui si produce il limoncello, un liquore dolce e aromatico che è un must da assaggiare se si è qui in vacanza. Il limoncello di Procida è apprezzato per il suo gusto intenso e viene spesso servito come digestivo alla fine dei pasti.
Immancabili i piatti di pesce, come un classico primo di linguine ai frutti di mare, preparato con pasta fresca, vongole, cozze, calamari e gamberi, il tutto insaporito con aglio, olio d’oliva, pomodorini e prezzemolo. Questo piatto semplice ma delizioso rappresenta al meglio la cucina marinara dell’isola.
In tutta questa selezione di pesce fresco, quasi stupisce che uno dei piatti tipici di Procida sia in realtà di terra, per la precisione un secondo di carne. Il coniglio alla Procidana è una vera specialità dell’isola, cucinato con pomodori, vino bianco, aglio, rosmarino e peperoncino. Questo piatto è un esempio perfetto di come le tradizioni contadine si siano integrate con la cucina marinara, creando sapori unici e irresistibili.
Sempre dalla terra viene inoltre uno dei maggiori e più importanti prodotti del territorio: il carciofo di Procida. Si tratta di un carciofo del tipo romanesco dalle caratteristiche ben precise.
Produce capolini primari di grosse dimensioni, di forma globosa, con brattee esterne di colore verde chiaro con venature violacee. I capolini secondari sono di dimensioni inferiori del 20 – 30 % rispetto ai primari, di colore violaceo più accentuato, e comunque di dimensioni ragguardevoli.
Il prodotto viene commercializzato allo stato fresco, mentre si riscontra in forma sporadica la produzione artigianale di sottolio.
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