È la città dell’unico ponte girevole d’Italia: la città dei 2 mari è la piccola capitale delle cozze in Puglia

Marianna Di Pilla  | 01 Ago 2025
foto @DinoPh, Shutterstock.com/solo uso editoriale

È una città che incarna un universo sospeso tra mito, archeologia e profumi intensi. Capoluogo di provincia, Taranto è crocevia tra le Murge e lo Ionio, custode di una cucina di mare unica, celebrazione della cozza e dell’ostrica e di tradizioni salate forgiate dal vento e dal sale.
Visitare Taranto non è solo vedere monumenti o gustare piatti: è respirare una città che ha costruito la propria identità tra mari e mitili, pietre d’oro nel museo e tavole affollate di cozze e ostriche. Qui convivono agrumi, salumi e vini profondi, dove ogni ingrediente racconta relazioni millenarie tra terra e mare. Costruita tra colline e mare, Taranto è esperienza autentica densa di sapori. Taranto offre un’esperienza unica tra archeologia, miti ultramillenari e la cucina più vera della Puglia. Nella città dei due mari il sapore si fa storia, e ogni boccone profuma di identità.

Cosa vedere a Taranto, la città dei due mari

Dove bere birra a Taranto a basso costo
Dove bere birra a Taranto a basso costo

Camminare tra i vicoli dell’isola antica di Taranto, cuore storico della città, significa entrare in contatto con oltre 3000 anni di stratificazioni greche, romane, sveve e aragonesi. Il Museo Nazionale Archeologico MAR.TA è tappa imperdibile: conserva i celebri Ori di Taranto e un ricco repertorio di mosaici, sculture e ceramiche che raccontano la Magna Grecia con testimonianze incredibilmente vivide. Poco distante si staglia il Castello Aragonese, imponente baluardo sul canale navigabile che separa i due mari, la cui mole risuona di storie militari e intrighi di corti. Il Ponte Girevole è simbolo moderno della città, opera d’acciaio che collega l’isola al borgo nuovo e si apre con un movimento scenografico per il passaggio delle navi: un incontro tra meccanica e identità urbana. La Cattedrale di San Cataldo, primitiva chiesa normanna trasformata tra XI e XII secolo, custodisce nella cripta affreschi medievali e reliquie del santo patrono, offrendo una pausa spirituale tra arte sacra e pietra antica. Passeggiando sul lungomare Vittorio Emanuele III, si sente il respiro del mare come colonna sonora vivente della città: qui la brezza marina si mescola agli aromi di frutti di mare appena cucinati e al vociare degli avventori delle taverne sul porto.

Cosa mangiare a Taranto, non solo cozze

Mani che puliscono le cozze
Pulizia delle cozze

Taranto è celebre come capitale della mitilicoltura italiana. La cozza tarantina (Mytilus galloprovincialis) ha un sapore unico, dolce e iodato, grazie all’acqua dolce sottomarina del Mar Piccolo che mitiga la salinità. Le tecniche artigianali – pali di San Cataldo, zattere, cure tramandate nei “giardini marini” – rendono questo mollusco un simbolo della città. L’ostrica tarantina (Ostrea edulis), meno conosciuta ma altrettanto preziosa, viene allevata con un metodo antico che prevede l’utilizzo di fascine di lentisco immerse in Mar Piccolo: una lentezza produttiva che esalta la qualità del frutto di mare. A maggio e giugno si raccolgono le ostriche “zippe” che dopo un affinamento passano alla fase di gratinatura “alla tarantina”, con pangrattato e prezzemolo, restando il protagonista di piatti raffinati. In cucina queste risorse marine diventano piatti iconici: cozze alla puppitegna con aglio, olio e prezzemolo; impepata di cozze al pepe nero; riso, patate e cozze cotto in forno in tegame di terracotta (“tiella”), che unisce parti marine e contadine in un solo piatto. Le ostriche sono spesso offerte crude o gratinate, espressione di una terra che ha fatto del mollusco un’identità gastronomica.
La provincia di Taranto non vive solo di mare. Tra le specialità da conoscere c’è il tarantello, insaccato di ventresca di tonno speziata e stagionata, rarità locale che racconta l’incontro tra pesca e salumeria. Accanto al mare, tipici della tradizione tarantina sono le chiancaredde, orecchiette locali fatte a mano, spesso condite con cime di rapa o pomodoro e cacioricotta. Dolci della memoria emergono nei mesi sacri: le pettole di Santa Cecilia, frittelle salate o dolci preparate la notte del 22 novembre seguendo una tradizione radicata. I sannacchiudere, dolci natalizi di pasta fritta al miele, profumati con fiori d’arancio e scorza di limone, fanno convivere semplicità ed eleganza popolare. I tarallini dolci al vino e mostaccioli completano il quadro di un dolciario capace di sorprendere anche il palato più esigente.
Nella provincia di Taranto nascono vini di grande carattere. La Colline Joniche Tarantine DOC, istituita nel 2008, produce bianchi, spumanti, rossi e rosati da vitigni come Verdeca, Primitivo, Chardonnay e Cabernet Sauvignon: vini versatili, da abbinare ai frutti di mare e ai formaggi. La DOC di Lizzano, nei dintorni della città, è famosa per i suoi rossi di Negroamaro, Malvasia nera e rosati fragranti, ideali per accompagnare bombette di carne o piatti più rustici. Completa la gamma la celebre Primitivo di Manduria DOC, dalla dolcezza densa, capace di sostenere secondi strutturati come il capretto o la bombetta.

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla


Articoli più letti

©  2025 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito Fytur