È la piccola Alcatraz italiana: nell’unica isola-penitenziario rimasta al mondo i detenuti fanno il vino

Maddalena  | 28 Giu 2024
Gorgona

Nel cuore del Mar Tirreno, a un’ora di navigazione da Livorno, si trova Gorgona, un’isola di soli 200 ettari che sale in terrazze fino a 220 metri sul mare. Nonostante le sue dimensioni modeste, Gorgona è unica nel suo genere: è l’ultima isola penitenziario rimasta in Europa. La bellezza mozzafiato dei suoi paesaggi, con filari di vigne, oliveti, pascoli e orti, nasconde una realtà altrettanto affascinante e complessa. Qui, i detenuti producono un vino unico, frutto di un progetto sociale che offre loro una nuova prospettiva di vita. Questo luogo, dove la natura incantevole si intreccia con la storia e la cultura livornese, rappresenta un esempio straordinario di reintegrazione e riscatto.

La produzione del vino: storie di passione e rinascita

Gorgona
Gorgona

La produzione vitivinicola a Gorgona è gestita dalla rinomata cantina Frescobaldi, con sette secoli di storia enologica alle spalle. Sull’isola, 81 detenuti lavorano ogni giorno nei vigneti e in cantina, imparando un mestiere e costruendo un nuovo futuro. Nonostante il contesto carcerario, i detenuti ricevono fiducia e responsabilità, elementi fondamentali per il loro reinserimento nella società.

Il vino prodotto, principalmente vermentino e ansonica, ma anche sangiovese e vermentino nero, segue metodi biologici sebbene non certificati. La vinificazione è ridotta al minimo, con l’uso di lieviti indigeni e temperature controllate. Le bottiglie, circa 9.000 l’anno, vengono poi trasferite sulla terraferma per l’imbottigliamento. Il risultato è un vino che incarna la luce, il mare e il vento dell’isola, come riflesso anche nell’etichetta che celebra i venti che soffiano su Gorgona: Grecale, Scirocco, Libeccio e Maestrale.

Come nasce il vino di Gorgona

Vigne di Gorgona
Vigne di Gorgona

I primi vigneti di Gorgona risalgono al 1999, con poco più di un ettaro di terra coltivata. Nel corso degli anni, altri filari sono stati aggiunti, raggiungendo oggi 2,3 ettari. Questo progetto, nato dalla collaborazione con la famiglia Frescobaldi oltre dieci anni fa, ha coinvolto un centinaio di detenuti, offrendo loro l’opportunità di imparare un mestiere e di costruire un futuro diverso.

Gorgona rappresenta un modello di detenzione alternativo, dove il lavoro agricolo non è solo una forma di occupazione, ma un mezzo per ridurre la recidiva e dimostrare che un altro modello di detenzione è possibile. Il direttore della casa di reclusione, Giuseppe Renna, e i suoi predecessori, hanno sempre creduto nel potenziale di riscatto e nella possibilità di intraprendere una nuova strada attraverso il lavoro. La festa annuale che celebra la nuova annata del vino è un momento di grande importanza per l’isola. In questa occasione, l’isola si anima di visitatori e il vino viene presentato dove viene prodotto, esaltando la bellezza e l’unicità di Gorgona.

Eccellenza enologica e un progetto sociale


Gorgona, il villaggio

Gorgona è molto di più di un luogo di detenzione, ma un simbolo di speranza e rinascita. Il vino prodotto sull’isola non è solo un’eccellenza enologica, ma anche il frutto di un progetto umano e sociale di grande valore. Ogni bottiglia racconta una storia di riscatto e di impegno, rendendo ogni sorso un’esperienza unica. Le vigne curate dai detenuti, la collaborazione con la cantina Frescobaldi e il contesto unico dell’isola creano un prodotto che va oltre il semplice piacere del palato, offrendo una connessione profonda con il territorio e con le storie di chi vi lavora. Ogni visita a Gorgona è un viaggio nel cuore di un progetto che dimostra come il vino possa essere un potente strumento di rinascita e integrazione. Lasciatevi affascinare dalle storie di riscatto e scoprite il valore umano che ogni bottiglia di vino porta con sé.

Maddalena
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