C’è un punto, a pochi chilometri da Torino, dove il paesaggio inizia lentamente a cambiare. I ritmi urbani si lasciano alle spalle, la pianura si fa più dolce, le colline cominciano ad avvolgere la vista e l’aria sa già di vigne, campagna e antiche tradizioni. È Chivasso, la storica porta del Canavese, incastonata tra il Po e le prime onde verdi del Monferrato.Passeggiare nel suo centro storico è come aprire un libro di storia piemontese, tra campanili gotici, portici eleganti e botteghe che profumano di pane caldo e salumi stagionati. Ma Chivasso non è solo passato: è una cittadina viva, autentica, che custodisce con fierezza le sue radici agricole e la sua anima gastronomica.Un luogo che sorprende con la sua bellezza gentile, mai ostentata, e che ti invita a rallentare, assaporare, ascoltare. Perché qui ogni strada ha qualcosa da raccontare, ogni piatto ha una storia da tramandare.
Il cuore pulsante di Chivasso è piazza della Repubblica, dominata dalla Collegiata di Santa Maria Assunta, uno dei capolavori del gotico piemontese. Con la sua facciata in cotto e i raffinati dettagli scultorei, è un simbolo della città e uno scrigno d’arte e spiritualità.Da qui, un reticolo di vie lastricate si snoda tra palazzi storici, torri medievali e portici accoglienti. Da non perdere è la Torre Ottagonale, ultimo baluardo della cinta muraria medievale, e la Casa del Conte Verde, legata alla figura di Amedeo VI di Savoia, signore di queste terre.Per chi ama camminare, il lungo Po regala scorci romantici, soprattutto al tramonto, quando il fiume si tinge d’oro e i pioppi ondeggiano al vento. E per una pausa in mezzo al verde, i Giardini pubblici di via Gerbido offrono silenzio e frescura, ideali per un picnic con i sapori locali.
Non si può parlare di Chivasso senza citare il suo prodotto più celebre e simbolico: il Pomodoro costoluto di Chivasso. Un frutto dalla forma irregolare, con profonde costolature e un colore rosso intenso che fa subito estate.Questo pomodoro non è solo bello da vedere, ma è soprattutto buono da mangiare: polposo, dolce, profumato, è perfetto per sughi, insalate e conserve. La sua coltivazione, un tempo diffusa in tutta la zona, sta vivendo una seconda giovinezza grazie alla passione di piccoli produttori locali che ne stanno rilanciando la qualità e il valore.A tavola, Chivasso è un trionfo di sapori piemontesi. Da assaggiare ci sono i plin al burro e salvia, la panissa (riso, fagioli, lardo e salame sotto grasso), ma anche i formaggi del vicino Canavese e le carni allevate sulle colline.E poi i dolci: su tutti i famosi Nocciolini di Chivasso, piccole delizie croccanti fatte solo con zucchero, albume e nocciole piemontesi IGP. Si sciolgono in bocca e raccontano una tradizione dolciaria antica e raffinata, tanto da essere apprezzati anche dalle famiglie reali nel passato.
Accompagna tutto con un calice di vini del Monferrato, come Erbaluce di Caluso o un corposo Barbera del Monferrato: perché qui il gusto è una cosa seria, ma sempre con il sorriso sulle labbra.
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