Qui si è fermato il tempo tra le valli e i vicoli stretti di origine araba e tra i maestosi templi greci che lasciano senza fiato. Il tempo ha plasmato uno dei luoghi più belli del pianeta.
Siamo in Sicilia e della bellezza di questo luogo se ne sono accorti i discendenti di Omero e di Ulisse che qui sbarcarono nel VI secolo a.C e decisero di fondare il loro angolo di paradiso, la Magna Grecia. Ci troviamo ad Agrigento.
Agrigento viene da Akragas, la città greca che fu costruita sulla costa che guarda l’Africa a differenza di tutte le altre che venivano costruite sul lato orientale della Sicilia.
Dopo il dominio greco furono i Romani ad impadronirsi di questa città chiamandola Agrigentum, poi fu la volta degli arabi che la chiamarono Kerkent o Gergent, il nome Girgenti diventa quello della città quando furono i cristiani a conquistarla. Ma il nome della città cambia ancora una volta nel 1927 quando il governo Mussolini decise di darle il nome latino italianizzandolo in Agrigento.
Qui il mondo antico è molto più vicino di quanto possa sembrare, i segni di quel fasto e quella potenza passata sono ancora oggi ben evidenti nella magnifica Valle dei Templi.
Se volete immergervi nella storia antica allora non potete perdere la Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più importanti al mondo, rappresentativo delle civiltà antiche del mediterraneo.
Si chiama Valle dei Templi perché arrivando da Agrigento la percezione era quella di trovarsi in una valle, anche se in realtà siamo su una lunga collina. I templi visibili sono quattro ma in realtà sono molti di più se consideriamo tutti quelli meno visibili e in rovina. In questo sito non manca davvero nulla, c’è il teatro di età ellenistica romana, il quartiere di domus romane, moltissime tracce di occupazione di età tardo-antica.
Come non rimanere affascinati, sempre da visitare nei dintorni di Agrigento, dalla Scala dei Turchi. Una costruzione della natura che ha saputo rimodellare la costa con il mare e con il vento che la accarezza ogni giorno. Dei Turchi perché, secondo la leggenda, venivano qui per fare razzie.
Nella valle dei templi il Giardino della Kolymbetra accoglie piante antiche. Questo luogo in origine era la riserva idrica di Akragas, dopo qualche secolo la vasca fu interrata dando luogo a un terreno molto fertile sul quale crescono rigogliose le piante. Proprio qui arrivavano molti viaggiatori del Grand Tour e rimanendo ammaliati dal giardino decidevano di sostare. Il Giardino della Kolymbetra è un vero e proprio scrigno di biodiversità, al suo interno ci sono almeno 600 agrumi diversi, poi mandorli, ulivi, pistacchi ed esemplari di piante che crescono lungo il ruscello che lo attraversa.
Tornando agli agrumi qui ci sono alberi piantarti nella metà del ‘700, queste antiche varietà hanno un patrimonio genetico unico. Sono 13 antiche varierà di arancio, tra queste arancio Belladonna ma poi anche l arancio inganna ladri. Un nome particolare per un arancio altrettanto particolare. Questa varietà produce frutti brutti da vedere ma buonissimo. Tra gli agrumi anche piante di limone cedrato, detto limone insalataro servivano al contadino che qui viveva come custode per farsi l’insalata.
Tra i cibi tipici immancabili i pistacchi, mandorle e fichi d’india. Sempre a base di pistacchio il particolarissimo cous cous dolce al pistacchio realizzato dalle suore di clausura di Santo Spirito. Ancora oggi queste monache preparano il cous cous in grandi pentole di terracotta con pistacchi, frutta candita e cioccolato.
Sembra che l’origine di questo piatto sia tunisina, infatti queste usanze furono tramandate alle suore dalle donne che lavoravano nel convento (come succede anche a Palma di Montechiaro con la ricetta top secret dei Ricci del Gattopardo).
La ricetta originale è segreta e custodita gelosamente dalle suore più anziane.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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