“Voglio andare ad Alghero in compagnia di uno straniero” cantava Giuni Russo nel 1986, che ha amato cosi tanto questo spicchio di Sardegna da dedicarle una canzone e la città, in cambio, le ha invece dedicato una piazza. Siamo ad Alghero, nella parte nord occidentale della Sardegna e in provincia di Sassari. Un a meta perfetta per tutto l’anno perché, oltre ad approfittare di uno splendido mare, potete visitare siti archeologici e molti altri punti di interesse nei dintorni. Da Alghero potete ad esempio dirigervi alla vicina Sassari ma anche allungarvi fino a Stintino e all’Isola dell’Asinara.
Ci troviamo nella così detta Riviera del Corallo, un tratto di costa lungo 90 km dove la spiaggia bianca si affaccia sul mare in splendide calette tra formazioni rocciose e una vegetazione fitta.
Il centro storico con la sua Piazza Duomo e la Cattedrale di Santa Maria accolgono i turisti. La cattedrale risale al XVI secolo e rappresenta a pieno il gotico Catalano, dalla torre campanaria si gode di una vista mozzafiato sulla città e sulle vie del centro storico. Da vedere anche i camminamenti dei bastioni che regalano una stupenda vista sul mare. Per gli amanti della natura Porto Conte ospita numerose specie vegetali e animali. Un totale 150 specie di uccelli, anfibi, rettili e 35 specie di mammiferi.
Fu nel 1354 che gli aragonesi arrivarono sulla costa e conquistarono la città e qui rimasero per ben 400 anni influenzando il dialetto, la cucina e l’architettura. Qui l’influenza catalana è evidente, a partire dalla cucina. Esiste infatti una versione di Alghero di paella, il noto riso spagnolo.
Come già accennato l’influenza catalana è ben presente nella cucina di Alghero, due i piatti in cui troviamo principalmente tratti catalani, la paella algherese e l’aragosta alla catalana. La prima è preparata con la fregola al posto del riso ed è condita solitamente con l’agnello, i carciofi, la rana pescatrice, cozze e gamberoni, una vera delizia. Per quanto riguarda invece l’aragosta è preparata insieme a cipolle e pomodorini e condita con una salsa emulsionata di olio, aceto, limone e pepe nero.
Poi ci sono i culurgiones di patate, una pasta ripiena con una chiusura a spiga molto caratteristica. Questa pasta viene realizzata con semola, acqua e strutto e farcita poi con patate, aglio, menta e pecorino. Per gli amanti del pesce la copatza de peix, conosciuta anche come Cassola de peix, una zuppa di pesce che viene preparata con diverse varietà di pesce in base alla stagione e al pescato ma quello che caratterizza la zuppa è il peperoncino di Sardegna.
Per chiudere con un dolce le Seadas, una piccola focaccia con ripieno di formaggio di pecora ricoperta poi con zucchero e miele. Si può trovare anche nella variante con i fichi o i fichi d’india.
[foto copertina @J2R, Istock.com/solo uso editoriale]
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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