È l’isola del sole e del vento: ecco 3 cose che devi proprio assaggiare a Pantelleria

Marianna Di Pilla  | 26 Lug 2024
ph.@Grey Zone, Shutterstock.com/solo uso editoriale

Pantelleria è l’isola del sole e del vento, ed è uno scrigno prezioso di bellezza naturalistica e biodiversità.  Nel corso dei millenni ha accolto Fenici, Greci, romani e Arabi che hanno sfruttato i frutti della terra mischiando le proprie tradizioni, non ultima quella enogastronomica.

La cucina di Pantelleria racconta proprio l’incontro tra queste culture, tenute insieme da ingredienti speciali generosamente offerti dalla terra e dal mare. È una cucina tradizionale fatta di piatti semplici e realizzati con ingredienti genuini, ma allo stesso tempo è ricca di profumi e sapori degni della rigogliosa biodiversità dell’isola. Tra sapori di terra e di mare, tra gusti antichi e ritrovati, i prodotti autoctoni sono tenuti insieme da un valore imprescindibile: la “sacralità” della dieta mediterranea.

3 prodotti da assaggiare a Pantelleria

  1. Cappero di Pantelleria IGP

Pantelleria, cappero
Pantelleria, cappero

Parlando di eccellenze della terra di Pantelleria, non possiamo che citare il celeberrimo cappero di Pantelleria. Questo prodotto ha ricevuto la certificazione IGP, cioè marchio di indicazione geografica protetta.

Il periodo della fioritura è tra maggio e settembre, quando i piccoli boccioli vengono raccolti prima dell’alba e appena germogliati.

Piccola gemma verde, il cappero IGP di Pantelleria ha un sapore amarognolo che esplode al palato in un trionfo di sensi. Messi a maturare in salamoia in sale marino per dieci giorni e ripetuta per due volte la pratica, sono pronti per essere assaporati. Il principe delle tavole isolane, il cappero di Pantelleria è utilizzato per condire insalate e focacce, oppure come ingrediente base di pesti e patè.

  1. Ulivo di Pantelleria

Pantelleria, olio
Pantelleria, olio

L’olivo biancolilla è un altro regalo della terra di Pantelleria. Le piante vengono fatte crescere rasoterra sui terrazzamenti per resistere alle sferzate del vento. Il biancolilla regala ogni due anni i suoi frutti migliori, da cui si ricava un olio dorato e con riflessi verdi, considerato molto pregiato anche per la sua poca acidità.

La raccolta delle olive viene svolta rigorosamente a mano e ancora oggi è considerato un momento importantissimo per la vita dell’isola, che richiama ogni ottobre grandi e piccoli. Questa pratica è un rituale antichissimo che scandisce da millenni il ritmo delle stagioni.

  1. Zibibbo

Il Passito di Pantelleria. Ecco come si produce uno dei vini più antichi e pregiati
La coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria

Secondo la leggenda, Venere scambiò l’ambrosia degli dei sull’Olimpo con il dolce mosto delle uve di Pantelleria per conquistare Apollo. Storicamente invece, oltre 1000 anni fa il Capo Zebib in Africa inaugurò la coltivazione dello Zibibbo anche in Sicilia.

Ancora oggi, assaporando un vino di Pantelleria si avvertono vibrazioni mitologiche, tanto è speciale la qualità di Zibibbo coltivata da millenni sull’isola. Soprattutto verso la fine dell’estate, quando i viticoltori iniziano a vendemmiare l’uva Zibibbo secondo l’eroica tecnica contadina della vite ad alberello dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. In quel periodo dell’anno le uve vengono poi raccolte a mano, tra riti e feste contadine. I terrazzamenti che caratterizzano le pendici di Pantelleria fanno in modo che gli acini ricevano il sole e i venti giusti per crescere succosi e dorati.

Lo Zibibbo è il vigneto da cui sono ricavati i principali vini dell’isola si Pantelleria. I grappoli vengono fatti appassire al sole su stenditoi di pietra; girati più volte manualmente, vengono lasciati così per circa venti giorni. Dopo la spremitura e la fermentazione del mosto secondo tecniche tradizionali, esce il celeberrimo Passito di Pantelleria, ma anche il Moscato. Quest’ultimo ha una gradazione un po’ più bassa poiché innestato con mosto di uva non appassita.

Consorzio di Tutela e Valorizzazione vini Pantelleria DOC

Pantelleria, cosa mangiare
Pantelleria
Cappero di Pantelleria IGP

Il Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei vini a DOC dell’Isola di Pantelleria dal 1997 porta avanti missione di valorizzare e preservare le vere eccellenze di Sicilia, nello specifico il vino di Pantelleria. 

Oltre ai capperi IGP che sicuramente portano ben lontana la fama della terra fertile di Pantelleria, i vini di Pantelleria Doc sono il volano della riconoscibilità dell’isola nel mondo. Oggi la popolazione dell’isola porta avanti con dedizione e orgoglio la coltivazione di uve e la trasformazione dei chicchi in prodotti di eccellenza definiti vini Pantelleria DOC (Denominazione di Origine Controllata). La terra, i sapori, i profumi, i colori e le tradizioni di questa perla siciliana costituiscono un valore inestimabile da preservare, promuovere e tutelare in tutto il mondo.

Per questo nel 1997 è nato il Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei vini a DOC dell’Isola di Pantelleria, un’istituzione che ha unito tutti gli attori della filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia, nella missione comune di portare alto il nome della propria terra ben oltre i confini regionali e tutelarlo da cattiva informazione e falsificazioni. D’altronde, l’esigenza di tutelare e promuovere prodotti siciliani di pregio ha portato ad un nuovo progetto finanziato dall’Unione Europea. L’iniziativa è consistita nell’istituzione di una “Rete di eccellenze di Sicilia” che unisce diversi consorzi impegnati nella valorizzazione dei prodotti DOC e DOCG siciliani.

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Con il sostegno dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale della Pesca Mediterranea

[foto copertina @Grey Zone, Shutterstock.com/solo uso editoriale]

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