Se c’è un cibo che a Roma è sinonimo di tradizione e convivialità, quello è sicuramente il supplì. Croccante fuori e filante dentro, è lo street food per eccellenza della Capitale, protagonista assoluto di pizzerie al taglio e friggitorie.
Ma dietro ogni supplì c’è una storia che affonda le radici nel passato e si intreccia con le abitudini e i sapori della città eterna.
Le origini del supplì risalgono al periodo napoleonico, quando l’Italia era ancora un mosaico di stati indipendenti e Roma viveva sotto l’influenza francese (1798-1814). È proprio in questo contesto che i soldati francesi di stanza nella città conobbero e apprezzarono questa crocchetta di riso, ribattezzandola surprise, ovvero “sorpresa”, per via della mozzarella filante nascosta all’interno. Da qui, il termine venne adattato in dialetto romano diventando “supplì”, nome con cui oggi è universalmente conosciuto.
Ma la storia del supplì potrebbe essere ancora più antica. Alcuni storici gastronomici sostengono che derivi dalla tradizione medievale di riciclare gli avanzi del giorno prima, trasformandoli in nuove pietanze attraverso la frittura. Il riso, che nei secoli passati non era tra gli ingredienti più comuni a Roma (dove dominavano pasta e pane), iniziò a diffondersi maggiormente tra il ‘600 e il ‘700 grazie all’influenza spagnola e alla crescente popolarità dei risotti nel nord Italia.
Il supplì, quindi, rappresenta l’unione perfetta tra la cultura gastronomica popolare romana e l’influenza francese, dando vita a una delle creazioni più amate della cucina di strada.
Se c’è un luogo in cui il supplì è protagonista indiscusso, quello è la pizzeria al taglio. A Roma, ordinare una pizza bianca scrocchiarella accompagnata da un supplì bollente è un rito irrinunciabile. Il contrasto tra la croccantezza della pizza e la morbidezza del supplì crea un connubio perfetto che rappresenta la vera essenza dello street food romano.
Il supplì è anche un simbolo di socialità. Non esiste una serata tra amici in pizzeria senza che qualcuno ordini un supplì per “ammazzare la fame” in attesa della pizza. È quel piccolo lusso che ti concedi sempre, sapendo che sarà irresistibilmente buono.
Negli ultimi anni, i supplì hanno trovato nuova linfa nelle friggitorie gourmet e nei bistrot moderni, dove vengono proposti in varianti creative: dal supplì alla carbonara a quello cacio e pepe, fino a versioni con ingredienti più audaci come nduja o tartufo. Tuttavia, il supplì classico, con il suo ragù di carne e il cuore filante di mozzarella, resta il più amato di tutti.
Ora che conosci la storia e le curiosità di questo piatto, passiamo alla pratica! Ecco la ricetta originale del supplì romano per farlo in casa come in una vera friggitoria di Roma.
Preparare il risotto: Cuoci il riso nel ragù allungato con brodo vegetale fino a quando avrà assorbito tutto il liquido. Il risultato deve essere un riso compatto e ben condito. Aggiungi il Parmigiano, mescola bene e lascia raffreddare completamente (preferibilmente in frigorifero per almeno 2 ore).
Formare i supplì: Prendi una porzione di riso con le mani leggermente umide, crea una conca al centro e inserisci un pezzetto di mozzarella. Chiudi il supplì dandogli una forma ovale e compatta.
Impanatura perfetta: Passa ogni supplì prima nella farina, poi nelle uova sbattute e infine nel pangrattato, pressando bene per ottenere una panatura uniforme.
Frittura perfetta: Scalda abbondante olio di arachide a 170°C e friggi i supplì fino a doratura. Devono risultare croccanti all’esterno e filanti all’interno.
Servire bollenti: Lascia riposare qualche minuto e gusta i supplì caldi, spezzandoli a metà per ammirare il classico effetto “telefono”!
Oltre al supplì classico, negli ultimi anni sono nate molte varianti creative. Ogni versione mantiene però l’essenza del supplì, esaltandone la versatilità e il legame con la cucina romana.
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